VITERBO - Nessuna agonia per il Festival Barocco. Il maestro Vignati non ci sta, e dopo aver letto dell'associazione tra il Festival Barocco Stradella di Nepi e lo storico Barocco, velatamente annunciato dagli organizzatori, e poi rafforzato da un nuovo comunicato giunto dall'amministrazione viterbese, che parla di vera e propria agonia, decide di dire la sua.
Il Maestro Vignati, già ideatore del Tuscia Operafestival, per una decina d'anni colonna sonora sinfonica e lirica della città dei papi, oggi emigrato a Tarquinia, è stato l'organizzatore delle ultime edizioni del Festival Barocco, ufficialmente organizzato dall'Apt prima e dalla Provincia poi. Ad oggi è ancora direttore artistico del Festival Barocco, di cui ha ufficialmente ricevuto l'organizzazione da parte della Provincia, non più in grado di sostenere il settore culturale causa riforma.
Era lui quindi l'unica persona in grado di raccontare cosa sia accaduto negli ultimi due anni, con il Festival Barocco arenato tra la burocrazia e la poca voglia di crederci.
Lo abbiamo contatto e gentilmente ha risposto, con una lunga ma interessantissima lettera, che pubblichiamo integralmente.
"Rispondo, dopo un lungo esercizio di training autogeno e dopo varie sollecitazioni da parte della giornalista Teresa Pierini, ad una serie di articoli apparsi sulla stampa locale rispettivamente ad aprile, e poi subito dopo ferragosto 2017, riguardanti la presunta ripresa del Festival Barocco annunciata in primis dall’assessore Delli Iaconi.
Senza avercela minimamente con gli amici della stampa locae - spiega Vignati nella lettera - che ovviamente hanno fedelmente riportato articoli ricevuti e qualche dichiarazione pubblica fatta dal succitato assessore, né tanto meno con il Comune di Nepi che credo essere all’oscuro di quanto accaduto in passato in tema 'Festival Barocco', non posso astenermi dal commentare e dal fare chiarezza.
In quelle recenti righe e nelle parole dell’assessore, il sottoscritto, insieme a chi è del 'mestiere', a chi ha lavorato al suo fianco per anni, a chi ha fatto parte del Festival Barocco e a chi ha vissuto tutto lo sforzo e l’impegno per continuare a far vivere con onore questa storica manifestazione, non può che leggere un’esplicita offesa.
'Niente sarà come prima': più che riferito al Festival Barocco questo sembra lo slogan adottato deliberatamente nei nostri confronti dall’Amministrazione a partire dal 2013, e la fine del Tuscia Operafestival e del Festival Barocco (a Viterbo...almeno per ora) ne sono la prova inconfutabile.
Nel corpo, ma soprattutto negli incipit dei vari articoli, si parla - senza preoccuparsi nemmeno di cambiare le parole e mal celare una sorta di autonomia intellettuale – si parla, dicevo, di 'oblio' di 'abbandono' e di 'agonia' del Festival Barocco, ma chi ne sono stati i reali responsabili?
Dal 2011 al 2014, e cioè sotto la mia direzione artistica, abbiamo realizzato più di 40 concerti, aumentato le presenze di pubblico, beneficiato di un budget che, dai 300mila euro del 2009 era sceso progressivamente ai 90mila del 2011, poi a 40mila, successivamente a 38mila, fino ai 30mila del 2014 pur continuando a ospitare in cartellone grandissimi artisti e l’eccellenza internazionale del Barocco in circolazione. E’ stato un vero e proprio miracolo che in un paese 'normale' sarebbe stato premiato, se non altro con un sostegno, seppur morale, e con un’idea di programmazione a lunga gittata. Al Festival Barocco di quegli anni sono arrivati tra gli altri musicisti e gruppi come Rinaldo Alessandrini, Il Giardino Armonico, Mariella Devia, Enrico Onofri, l’Accademia Barocca di Santa Cecilia, Paolo Pollastri, Simone Toni & l’Angelo d’Avorio e Federico Maria Sardelli solo per citarne alcuni.
Chi può parlare di oblio e di abbandono? Agonia è l’unico termine che considero appropriato poichè stiamo parlando di un paziente vittima della mala sanità.
Con il Presidente Meroi, che si è sempre battuto sul serio per la salvaguardia del Festival Barocco, abbiamo fatto l’impossibile per mantenere in piedi un programma più che decoroso a dispetto dei tagli e degli sgambetti ricevuti. Nel 2012, nonostante la perdita di consecutività avvenuta nel 2010 in merito alle sovvenzioni ministeriali, riuscimmo, in virtù di una programmazione eccellente, ad ottenere il più alto contributo ministeriale di sempre a favore del Festival Barocco, ma l’impossibilità di comunicare e di ottenere anche solo 5.000 euro di contributo dall’allora assessore regionale alla Cultura, atto formale necessario per ottenere la ratifica della sovvenzione dal Ministero dei Beni Culturali, ha fatto sì che decine di migliaia di euro fossero rispediti al mittente con la conseguente definitiva esclusione, per inaffidabilità, dalle future sovvenzioni.
Chi può parlare di abbandono?
Nel 2012 la mia Associazione per mancanza di fondi da parte della Provincia si è sostituita senza compenso alla Provincia stessa, andando a coprire con successo tutta la parte organizzativa, fiscale e burocratica necessaria per l’attuazione del Festival.
Ora parliamo del fatto più importante che, per ritornare agli articoli in questione, non dà alcun diritto a questi amministratori, né tanto meno agli organizzatori del Festival 'A. Stradella', di parlare di 'fusione' con lo storico Festival Barocco.
Dal 2013 in poi vista la buona riuscita di questa forma di 'collaborazione' e di gestione e dato il sopraggiungere delle notizie in merito alla chiusura delle Province, temendo per il futuro del Festival Barocco, la Provincia di Viterbo ha avviato un carteggio con la Regione Lazio e dato seguito ad alcuni incontri in Regione – me presente - chiedendo la possibilità di affidare in maniera permanente il Festival Barocco alla nostra associazione culturale. La buona idea era comunque quella di poter ottimizzare un enorme numero di costi (personale, pubblicità, allestimenti etc...), organizzando Festival Barocco e Tuscia Operafestival insieme.
La Regione Lazio, ribadendo la sua estraneità a qualunque forma di patria potestà nei confronti della manifestazione, diede il nulla osta alla Provincia di darla a chi meglio credevano e noi, come ogni bel matrimonio combinato che si rispetti, accogliemmo questa povera sposa, per vero Amore, con i suoi pregi e i suoi difetti, e con in dote soltanto l’archivio storico del Festival.
Il regalo di nozze, non poteva mancare, fu il nuovo marchio del 'Festival Barocco' da noi stessi creato.
Così portammo il progetto avanti fino al 2014, trovando fondi extra, vincendo bandi e mettendoci sulle spalle responsabilità ed oneri piuttosto pesanti.
Nel 2015 la Stagione a cui avevamo lavorato per tutto l’inverno sembrava poter decollare sulla base di promesse 'apparentemente' fondate. Eccellenti nomi, tra i migliori barocchisti del panorama internazionale, avevano aderito e riconfermato la loro presenza, accettando cachet da barzelletta solo per contribuire a mantenere in piedi questa manifestazione storica. Nel programma spiccavano i nomi di Rodney Prada, Andrea Coen, Federico Guglielmo, La Lira di Orfeo e Raffaele Pe’, Evangelina Mascardi, Federico Maria Sardelli, Il Rossignolo e l’Imaginarium Ensemble.
Addirittura il 7 agosto venne eseguito un Concerto che doveva servire da anteprima alla 45^ Stagione del Festival Barocco e al contempo da conferenza stampa di presentazione.
Ovviamente visto il silenzio dell’amministrazione fino a quel punto e data anche l’impossibilità di poter solamente comunicare con qualcuno, la Stagione che doveva partire a metà agosto venne annullata, evitando così un ulteriore bagno di sangue economico a nostro discapito.
Nonostante ciò, non abbiamo desistito, anche in virtù del fatto che la Fondazione Carivit, nella persona del suo Presidente Brutti, persona che sempre ringrazierò, ha continuato a manifestare la propria fiducia nei confronti del sottoscritto, congelando e lasciando a disposizione un contributo economico di € 10.000 in attesa di una ripresa in tempi migliori.
L’11 e il 19 dicembre, 2015 dopo ulteriori colloqui nelle 'stanze del potere', promesse e strette di mano, uscirono sui giornali varie dichiarazioni recanti la notizia che l’amministrazione comunale aveva deciso di sostenere il Tuscia Operafestival e che addirittura si prodigava in un rilancio del Barocco in occasione dell’anno giubilare. (Per inciso: in un Paese dove, a partire dalle cariche più alte dello Stato, nessuno si preoccupa di essere minimamente coerente con quanto dichiarato ai giornali, mai fidarsi delle strette di mano. Sono solo un passaggio di microbi. Chiuso l’inciso).
Così, ancora una volta fiduciosi, abbiamo ricominciato a lavorare alla realizzazione di una stagione straordinaria, anzi di due stagioni, poichè artisti di un certo calibro non stanno a casa ad aspettare e vanno opzionati con anni di anticipo.
Tra i gruppi e gli artisti maggiori che avevano già confermato la propria adesione alle stagioni 2016 e 2017, e ai quali a malincuore dopo strenui tentativi di salvare la manifestazione abbiamo dovuto mandare lettera di disdetta, posso citare: J. Savall & Rolf Lislevand (Concerto inaugurale 2016), Simone Vallerotonda & "I Bassifondi", Caffebaum, La Rossignol, Andrea Coen ed Edoardo Coen, Soqquadro italiano, Silete Venti!, Francesco Cera, I Sonatori de la Gioiosa Marca (Concerto conclusivo 2016), Accademia Bizantina e Ottavio Dantone (Concerto inaugurale 2017), Cenacolo Musicale (Barocco Europeo), I Solisti Ambrosiani, La Risonanza e Fabio Bonizzoni, Daniela Dessì con la Camerata Barocca Claudio Monteverdi e Modo Antiquo.
Ora come è possibile parlare di oblio e di abbandono?
Non che io stia riaffermando alcun interesse nell’essere coinvolto in una qualsivoglia manifestazione di musica Barocca, né tanto meno nel collaborare con questi 'politicanti' che hanno buttato nel gabinetto dieci anni di lavoro e di vita di varie famiglie, compresa la mia, rinunciando senza batter ciglio ad un evidente lustro ed indotto per la città. Sto solo facendo un richiamo alla decenza e all’onestà intellettuale e sottolineando che chi parla di una fusione, o di un’assimilazione del Festival Barocco da parte di altre manifestazioni, sta dicendo una cosa inesatta.
Nel 2010 ho partecipato ad un bando pubblico e vincendolo mi sono aggiudicato con deliberazione n. 312 del 16.12.2010 la Direzione artistica del Festival Barocco, che mai mi è stata revocata. Anzi successivamente ho ricevuto in 'dono', come spiegato in precedenza, il Festival Barocco stesso dalla Provincia di Viterbo con beneplacito della Regione Lazio.
Per questo trovo abbastanza bizzarro, per usare un eufemismo, che si stia riorganizzando tutto con grandi fasti senza nemmeno averne avuto la minima notizia. Trovo bizzarro, ma tutto italiano, che si sia fatto di tutto per affossare una cosa quando funzionava e costava poco, per poi riedificarla passato un ragionevole tempo di 'oblio' forzato e di decantazione, con chissà quali e quanti soldi e con l’impegno - cito le parole dell’assessore – 'ad ottenere altri fondi'!
L’1° dicembre del 2015 quando lessi che “per la Musica non c’era un euro”, oltre ad essermi sentito lusingato per essere stato identificato con la 'Musica', ho finalmente capito che a Viterbo stavano facendo sul serio.
Ora vorrei riallacciarmi all’unico lusinghiero articolo apparso sempre sulla stampa locale il 19 agosto scorso, a firma del dott. Marco Scipioni, che ringrazio sentitamente e che sarei onorato di conoscere di persona. Scipioni, Presidente del Centro studi e documentazione don Pietro Innocenti, Settore difesa beni artistici e culturali, a quanto pare, è stato l’unico a rendersi effettivamente conto della nostra sparizione ed a riassumere in poche, puntuali parole l’essenza di un atto vergognoso e discriminatorio perpetrato nei nostri confronti come operatori culturali.
Dal 2015 in poi, i fatti che si sono susseguiti dal hanno poi dimostrato che non si sarebbe più potuto contare sul buon senso e su una gestione equilibrata da parte dell’amministrazione nei confronti delle varie realtà culturali di Viterbo, realtà di cui mi pregiavo di far parte, con giusto merito. Ho capito, ma questo dopo, che alla politica del buon governo si era andata via via sostituendo la necessità di divenire i 'pubblici esecutori' di altre logiche, di ottemperare alle richieste di quelle combutte indigene che avevano ormai deciso a tavolino che la nostra presenza era ormai troppo ingombrante.
Non vado oltre.
Con quanti sono arrivati a questo punto mi scuso per la lunghezza dell’intervento, che resta comunque ben poca cosa cosa rispetto a quanto potrei dire con cognizione di causa e con carte alla mano. Mi sembrava soltanto doveroso, per rispetto a noi stessi e di chi legge, non tacere per l’ennesima volta.
Un’ultima cosa: per la cronaca stiamo lavorando da tempo, con grande energia e con pieno diritto, alla realizzazione della 44^ edizione del Festival Barocco che non avrà più come sede principale Viterbo, ma Tarquinia, la città dove originariamente il Festival ebbe i natali.
Come Direttore Artistico e come musicista - conclude Viganti - mi impegnerò ancora e strenuamente a far sì che questa manifestazione non muoia né cada nell’oblio.
In bocca al lupo al Festival Barocco 'A. Stradella' di Nepi e di Viterbo".
Teresa Pierini