MONTEFIASCONE - Est Film festival saluta il colle Falisco con la consegna dei premi, partendo dall'Arco di Platino, che ogni anno viene assegnato alla carriera di un artista nazionale ed internazionale. Quest'anno sul palco della Rocca dei papi è salito Ricky Tognazzi che ha accolto il premio dividendolo idealmente con fratelli, sorella e soprattutto il grande papà Ugo.
E' infatti dedicata a lui la serata, attraverso la proiezione del documentario "La voglia matta di vivere".
Prima però le parole, i ricordi e la testimonianza diretta del regista, accolto sul palco da Vaniel Maestosi, organizzatore e direttore artistico insiema a Glauco Almonte.
"Ugo Tognazzi è un uomo che in soli 68 anni ha fatto quanto altri avrebbero fatto in cinque vite, lavorando con i registi più grandi, ha fatto radio, televisione, cinema e teatro" ha precisato Vaniel nella presentazione, ottenendo anche il suggerimento di Ricky che ha aggiunto: "Ha seguito anche il Giro d'Italia". Un artista a tutto campo che ha trasmesso ai figli, anche non volendo, la passione per l'arte.
La premiazione alla presenza del sindaco Giulia De Santis, che ha portato i saluti dell'assessore Trapè: "Era importante per lui esserci, che ha creduto sempre in questo festival, ed è riuscito ad avere il covid proprio in questi giorni. È bello stasera vedere la Rocca piena, un passo per far tornare grande questo festival. Grandi ospiti sono stati qui ed oggi siamo felici di avere Ricky, che ci porta la cultura e la storia di suo padre", parole seguite dalla consegna dell'Arco di Platino a Tognazzi.
Proseguono i racconti, anche attraverso l'esperienza di Giampaolo Sodano, che condivide con Vaniel il ruolo di intervistatore, più proiettato sul lato professionale, mentre l'umano resta stretto in mano al direttore artistico, che punzecchia più volte con racconti e curiosità.
"Papà, da artigiano quale si definiva - svela Ricky - portava spesso il lavoro a casa e ci raccontava quello che viveva sul set. Ogni tanto portava noi figli 'a bottega', dove girava. Questo è un mestiere che si fa insieme, con la partecipazione di tutte le maestranze, il compito del regista è che tutti facciamo il suo film, altrimenti ciascuno farebbe il suo, e magari sarebbe anche meglio ma non corrisponderebbe a quello previsto. Poi sono gli spettatori a dare applausi alla stessa opera. ed anche in questo caso ciascuno vede dentro quello che vuole".
Sodano ricorda l'attore Ugo: "Aveva uno stile e un'originalità uniche, era un attore internazionale. Da un padre così non poteva che nascere Ricky, lo capii subito, tanto che nel '90 lo volli fortemente per Ultrà, un film che è diventato poi intuizione di eccezionale portata, che indagava la violenza nel tifo, cioè quello che c'era dietro. Non a caso prese l'Orso a Berlino proprio alla regia. E segnalo pure La scorta, un film sulla mafia del '92 che racconta i nemici della giustizia, ma quelli che vivono dentro lo stesso ufficio del magistrato".
Due esempi importanti di film che hanno guardato molto più avanti del tempo in cui furono girati, un vero onore per Tognazzi: "Fu un'avventura formativa, avevo molto da imparare e lo feci conoscendo e scoprendo miei coetanei che per un milione e due al mese rischiavano la vita. Questo mi ha davvero cambiato. Il cinema è potente per tutti, per chi lo fa e chi lo vede, è formativo".
Vaniel riporta il discorso sull'uomo, tornando su "La sua voglia matta di vivere" definito un documentario su una sottile linea delicata. "Papà aveva un'energia particolare. Come tutti i comici, soffriva per dimostrare che non era solo un comico. A differenza degli altri, però - ha proseguito il regista - aveva necessità di normalità, non era una macchietta, non aveva caratteristiche che lo identificassero, perché voleva raccontare la vita. Sperimentava sempre, anche in cucina, e anche in TV, dove con Vianello inventarono il genere della parodia degli altri nel programma 'Un, due tre', erano gli anni '50 e ancora oggi lo fanno. Il dettaglio che aggiungo vi stupirà: mio padre non guardava la TV e faceva la parodia di quello che gli raccontavano Vianello e gli autori".
Una grandezza che lo portò ad inventare la "supercazzola", diventata storia del cinema.
Ricky si avventura anche nei rapporti familiari, dei 4 fratelli con 3 madri diverse, ricordando la figura di Franca, mamma di Maria Sole e Gianmarco, il vero focolare di tutta la famiglia Tognazzi, perché non era facile passare del tempo con lui, come racconta il figlio maggiore: "Quando fai un film c'è tempo solo per fare quello, e lui ne faceva così tanti e non c'era mai. E' stato un "Padre di salvataggio", brillava per la sua assenza come la ciambella delle barche che non noti mai, ma quando serve c'è e ti salva. Lo chiamavamo Ugoista e Ugocentrico, ma lui diceva che per far stare bene voi devo stare bene prima io. Infatti se guardate la nostra famiglia non abbiamo un albero genealogico ma un cespuglio e per questo ripeteva 'Sono un poveraccio che mantiene una famiglia di ricchi'. Alla fine abbiamo seguito le sue orme, Gianmarco con coraggio da attore, io e Thomas come registi, e lui è anche arrivato ad avere una candidatura all'Oscar come film straniero... meno male che non ha vinto - conclude con una battuta degna di papà Ugo, salutandolo poi così -: Faceva tutto con passione, ed ora lavoro pensando a lui, dopo tanti anni nella sua ombra... ora è il mio faro".
Un faro per tutta la cinematografia, la televisione, l'intero mondo dell'arte italiano, che quest'anno avrebbe compiuto 100 anni. E pensando a questa importante ricorrenza torna a Torvaianica la sua estate, in quel Villaggio Tognazzi che porta il suo nome. E' lui la stella dei festeggiamenti organizzati dal comune di Pomezia per tutto il mese di agosto, con la chicca della settimana interamente dedicata alle sue passioni, partendo dal cinema, con il racconto e la proiezione del documentario, e il ritorno del torneo sportivo. Ugo giocava con altre star a tennis e assegnava lo Scolapasta d'oro, i figli virano sul padel e consegneranno al vincitore la Padella d'oro, tutto dal 20 al 28 agosto 2022 sul litorale romano.
All'incontro erano preenti la cast director Simona Tartaglia e l'attrice Corinne Clery, giunte a salutare gli amici Ricky e Giampaolo.
Per chi volesse ammirare il documentario è visibile nella piattaforma Rai Play.
Teresa Pierini