VITERBO - Le operazioni di spoglio non si sono concluse e infatti i consiglieri regionali non sono ancora stati proclamati. Nell'attesa dell'ufficialità si inserisce anche un ricorso, presentato dalla Lega alla Corte d'Appello di Roma e al Ministero dell'interno, che andrebbe ad influire però negativamente sulle province, a favore di tre candidati romani, uno della Lega, uno di Forza Italia e l'ultimo della lista Rocca. Coinvolto, tra gli altri, il seggio di Valentina Paterna, seconda consigliera della Tuscia in pectore per Fratelli d'Italia.
La maggioranza ampiamente conquistata alle urne dal centro destra di Francesco Rocca è arrivata a quota 30, con i premi di maggioranza che l'ufficio elettorale ha assegnato a Fratelli d'Italia, tra cui proprio il famoso secondo seggio che dall'inizio della campagna elettorale è stato dichiarato come punto di arrivo nella Tuscia.
Alla base una legge elettorale decisamente da rivedere, assolutamente romanocentrica, che assegna pochissimo alle province per lasciare alla Capitale il ruolo principe. Una legge però che, in questa tornata, porterebbe al momento alla Pisana tre viterbesi, due in maggioranza, Sabatini e Paterna, e uno all'opposizione, Panunzi.
E qui entra il ricorso, come racconta Roma Today (e confermato da nostre fonti): "La Lega vorrebbe che 'l’attribuzione fosse slegata dalle circoscrizioni elettorali (che al momento premia i meloniani di Viterbo, Rieti e Frosinone, ndr) già rappresentate e tutelate nel metodo di attribuzione dei ⅘ dei seggi', ma venisse effettuata in base ai voti ottenuti da ogni singola lista".
Paradossalmente questo toglierebbe alla provincia per dare alla metropoli, ma contemporaneamente farebbe calare Fratelli d'Italia da 22 a 19 consiglieri, aumentando le altre forze del centro destra, pur di poco, assegnando però politicamente un valore incredibile.
Vedremo cosa farà la Corte d'Appello, la decisone dovrebbe essere presa nel giro di pochi giorni, ma torniamo a chiedere di considerare una nuova legge elettorale che dia maggiore valore al voto dei cittadini, evitando che non vengano presi in considerazione casi limite come Rieti, dove la Lega con oltre il 20% non ottiene uno scranno o quello personale di Pasquale Ciacciarelli che con oltre 13mila preferenze a Frosinone non conquista nessun seggio. E' il momento di ripensare la legge, nella regione che soffre maggiormente il peso della Capitale, e i suoi milioni di abitanti.
Qualora la Corte non dovesse accogliere il ricorso e proclamare i vincitori come già annunciati ufficiosamente dal Viminale, non è escluso che la battaglia non prosegua, stavolta con un ricorso al Tar.
T. P.