VITERBO – Una musica che è molto più di testi e note, è un invito alla riflessione sul tema dell'intercultura. Un viaggio attraverso melodie che hanno scandito i momenti principali della storia della Grecia.
Sonorità nuove, insolite per la cultura italiana, sono arrivate venerdì sul palco del JazzUp Festival grazie alla suggestiva esibizione del gruppo Evì Evàn.
Il nome della band, che ha suscitato la curiosità del pubblico, ha origini lontane. “Evì Evàn – racconta il chitarrista Valerio Mileto – era un brindisi dionisiaco di buon auspicio; da questo deriva anche il nostro 'evviva'. Gli strumenti musicali che utilizziamo – aggiunge – sono quelli originali della tradizione greca e medio-orientale. I suoni che producono sono unici e conquistano il pubblico in ogni occasione”.
Una grande passione per questo tipo di musica, chiamata rebetiko, che porta gli artisti ad amare profondamente quelle note ed a conoscere ogni segreto degli originali strumenti. Con grande stupore del pubblico tutti i brani sono stati eseguiti senza spartiti musicali, tutto a memoria, come vuole la tradizione.
Una bravura che è stata premiata dall'affezionato pubblico del JazzUp Festival con prolungati applausi e congratulazioni a fine concerto.
Sul palco Dimitris Kotsiouros, Giorgos Strimpakos e Valerio Mileto hanno suonato il bouzouki, uno strumento che arriverebbe addirittura dall'antica Mesopotamia, l'oud, che somiglia ad una grande chitarra panciuta, il cümbüş saz, chiamato ironicamente 'la pentola' perchè sembra più uno strumento da cucina che musicale ed, infine, la baglamas, una sorta di minuscola chitarra che, nei periodi in cui il rebetiko era vietato, veniva nascosta sotto la giacca.
Un ultimo oggetto, infine, non è passato inosservato agli occhi dell'attento pubblico: il komboloi. Chiunque ha avuto la fortuna di trascorrere qualche giorno di vacanza nella meravigliosa terra ellenica ha avuto modo di conoscere questo tipico rosario greco. Dai colori più svariati è da sempre un passatempo, un portafortuna, per gli abitanti di quelle suggestive terre. Sul palco del JazzUp, nelle mani del cantante Giorgos, si è trasformato in un simpatico strumento musicale. Accanto al komboloi sono diventati strumenti anche dei minuscoli piatti e, addirittura, dei cucchiai. Una serata ricca di sorprese che ha incantato gli ascoltatori dal primo all'ultimo brano.
D. F.