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La crocifissione di Viterbo: sabato la presentazione della datazione al Radiocarbonio

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VITERBO - Nuovo appuntamento dedicato alla preziosa tavola "La crocifissione di Viterbo" che conquista una sala tutta sua al Museo Colle del Duomo in occasione della conferenza di presentazione degli ultimi dati sulla datazione al radiocarbonio.

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L'incontro, in programma il 16 novembre 2019 alle 16, nella sala conferenze del museo, sarà l'occasione per tirare le somme su anni di studi che convergono e si confermano attraverso la datazione della tavola, ultimo atto per fissare almeno il periodo di realizzazione, con la speranza, ormai non più nascosta, dell'attribuzione alla scuola Michelangiolesca, se non allo stesso Buonarroti, di cui in molti ritrovano tratti ed eleganza nei corpi e nei drappeggi. A parlarne saranno Gianpaolo Serone (amministratore Archeoares), Claudia Pelosi (ricercatrice dell'Università degli studi della Tuscia) e Antonio Rocca (storico dell'arte).

La presentazione in curia, ospiti del vicario don Luigi Fabbri, che ha ricordato gli importanti numeri del polo museale, ad oggi, per questa parte di 2019, ben 33862 ingressi (e ricordiamo che i viterbesi hanno sempre l'ingresso gratuito), con una crescita del 10% sullo stesso periodo dell'anno precedente e una provenienza da 21 nazioni estere e 18 regioni italiani (per essere precisi mancherebbero turisti solo da Valle d'Aosta e Trentino): "Sono dati che dimostrano grande interesse da parte dei turisti - ha precisato don Luigi -. Sabato si aggiunge un nuovo tassello, con il convegno in cui saranno illustrati i risultati degli studi su La crocifissione di Viterbo, che la tradizione attribuisce a Michelangelo. Questo non è solo un luogo di conservazione di opere d'arte ma sempre più di studio e di ricerca, che porti ad un cammino di fede".

E' poi l'ing. Santino Tosini, direttore dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi, ad aggiungere: "Mi piace sottolineare l'importanza di questo luogo di cultura, oltre al museo, le opere d'arte, gli edifici e le architetture, abbiamo anche la biblioteca e gli archivi. Con Unituscia e la triennale di Restauro abbiamo una collaborazione molto valida, che vede gli studenti esercitarsi su meravigliose opere d'arte e la Diocesi di averle restaurate. Il Vescovo ricorda sempre quante opere sono chiuse nelle sagrestie, servirebbe un luogo per ospitare e per questo stiamo pensando ad una riorganizzazione degli spazi, ora che stiamo rivedendo l'allestimento della tavoletta".

Parole che portano orgoglio a Gianpaolo Serone (Archeoares, società che gestisce il Polo monumentale), che ringrazia e riprende dall'opera protagonista del convegno: "La Crocifissione è sotto indagine da 6 anni, quando Antonio Rocca ha acceso una luce vedendola esposta tra tante altre. Sono coinvolti professionisti esteri e università, specie il Politecnico di Milano che qui ha sperimentato un nuovo macchinario di spettrografia, oggi richiesto al Louvre. Mancava il radio-carbonio, analisi ora realizzata dall'Università di Lecce, e sarà la docente Claudia Pelosi, dell'università della Tuscia, a spiegare quanto fatto. Io e Antonio concluderemo precisando su quel punto fermo, partendo da risposte che ci faranno conoscere Viterbo sotto altri aspetti. Poi Elisabetta Gnignera parlerà degli abiti e aspettiamo altri esperti".

Nessun dato è ancora emerso sulla commissione, il primo atto che cita la tavola è del '700, quando il conte Brunamonti lo donò ai gesuiti, descrivendolo nel testamento come la Crocifissione di Michelangelo, poi smentito dal Signorelli. Di certo è un'opera ambientata a Viterbo (dietro Gesù si riconoscono perfettamente le terme del Bacucco con le sue colonne, prima della collocazione nel centro della città) e molti storici hanno rintracciato il tratto di Michelangelo nello stile dei corpi, specie nei ladroni, nel drappeggio indossato e nella Maddalena, alla destra di Gesù.

La sintesi finale sarà sabato, come anticipato da Antonio Rocca: "Ogni dato studiato ci porta verso indizi che si sorreggono da soli, abbiamo la ragionevole certezza storica di collocazione nell'anno, e potremo spiegare alcune contraddizioni, tra cui il fatto che i ladroni sono vivi mentre Gesù è raffigurato già morto. Di certo è l'unica opera che conferma la presenza dell'Ecclesia Viterbiensis in città nel periodo del Concilio di Trento. In questa città c'è stata la rimozione assoluta di un periodo, che invece fu importantissimo. Basti pensare che abbiamo palazzo Farnese, tristemente chiuso, dove è cresciuto Alessandro, che diventato Papa Paolo III commissionò il Giudizio Universale a Michelangelo nella Cappella Sistina. Questa città ha distrutto un pezzo di storia".

Una storia che Rocca e molti altri appassionati stanno cercando di recuperare, per ridonare adeguato splendore alla Viterbo Rinascimentale, così poco conosciuta.

Teresa Pierini