SORIANO NEL CIMINO - Palazzo Chigi Albani è stato il cuore di tante generazioni sorianesi, che lo hanno vissuto fino agli anni '70, per poi conoscere fasi alterne, alcune positive dedicate ad organizzazioni di feste e serate, e molte negative, fino alla vendita all'asta di tutti i suppellettili presenti.
Dopo anni di interventi mirati a salvaguardarlo, scegliendo piccole porzioni a stralcio, questo 2024 segna finalmente l'anno della rinascita, grazie a due stanziamenti già in corso, uno da euro 1.200.000 della Soprintendenza, l'altro da 500.000 del Comune, a cui si sommano i 5.000.000 di euro del ministero della cultura, giunti dopo la visita, lo scorso ottobre, del ministro Sangiuliano.
Sabato scorso le tre realtà si sono riunite nel salone d'ingresso per annunciare l'avvio della progettazione, facendo un bilancio tra quanto progettato e il sogno di recuperare tutta la struttura, partendo dallo scalone centrale purtroppo crollato.
L'assessore alla cultura Rachele Chiani parte dalla storia: "Questo palazzo fino al 1978, nella proprietà della famiglia Chigi, era perfetto, poi la svendita di tutto lo ha svuotato, fino al recupero che oggi possiamo fare, dopo aver acquisito la proprietà".
Un orgoglio per il sindaco Camilli, dopo aver salutato le autorità presenti, ha ricordato l'iter: "Oggi portiamo avanti questa battaglia iniziata dalla giunta Menicacci proseguita dalla mia, che porterà il 17 giugno all'acquisizione completa della parte in quota Provincia, con cui abbiamo collaborato in questi anni, garantendo messa in sicurezza e recupero di alcune porzioni, perché dovevamo evitare di perdere altro, dopo il crollo della scalinata centrale. Complimenti all'associazione Terzo millennio che ha recuperato in fondi necessari al restauro della piscina nei giardini e grazie alla ditta Piangoli che ha donato il legno per salvare il tetto, tutto realizzato in stretta collaborazione con la Soprintendenza".
Chiamata più volte in causa, è il momento della soprintendente Margherita Eichberg: "Quasi sette milioni di investimento, una cifra che si giustifica per l'importanza di questo monumento chiave per il territorio, che fa sistema con quelli di Alessandro Farnese, Vicino Orsini e, quindi il cardinal Madruzzo. Cosa è accaduto a questo palazzo è la prova che non sempre il privato risolve, anzi qui c'è stata una grande presa in giro, con promesse di interventi mai realizzati, di cui ha fatto le spese la parte crollata. È giusto che gli enti pubblici facciano sinergia per acquistare e recuperare questi edifici. Abbiamo dimostrato che siamo stati tutti attivi, stimolando l'ultima proprietà a presentare il progetto, mai realizzato. Edificio studiato come esempio del manierismo e mi piace ricordare Buchicchio, il primo a studiarlo datando l'anno di costruzione, architetto e addirittura maestranze, molte perugine. Spero che questi soldi possano essere impiegati al meglio e noi ce la metteremo tutta".
L'onorevole Rotelli ha ricordato l'importanza di mostrare le nostre bellezze: "Le occasioni bisogna crearsele, e la visita del ministro è stata possibile perché era in corso una rievocazione storica da mettere in evidenza e molti di noi hanno un legame con questo luogo del cuore, qui festeggiai il mio primo capodanno fuori casa. La Tuscia si deve caratterizzare per questo ed era giusto farlo vedere al ministro, ed è stato facile avere il finanziamento perché già erano presenti progetto e impegni di altri enti. Un domani potremo pensare ad un gestione nuova, come già realizzata per Villa Lante a Bagnaia o Palazzo Farnese a Caprarola".
Storia ed investimenti previsti nei due interventi tecnici, quelli degli architetti Giuseppe Borzillo, funzionario della Soprintendenza dei Beni Culturali e Alessandro Aimola, responsabile dell'ufficio tecnico di Soriano nel Cimino.
Borzillo ha ricordato il progetto del cardinal Madruzzo, che dopo aver acquistato il feudo di Soriano, Gallese e Bassano in Teverina nel 1560: "Decise di costruire anche lui una villa, come avevano fatto a Bagnaia, Bomarzo e Caprarola. Ottaviano Schiratti da Perugia fu l'architetto ideatore di un palazzo nato sopra una sorgente, la fonte Papacqua. La proprietà passò al nipote e poi Annibale Albani, che la visse molto, e infine alla famiglia Chigi, a cui si devono i saloni del piano nobile. La fine fu decretata da una società di aste e poi da un'immobiliare che la portò al degrado. I primi interventi della soprintendeza furono possibili perché la parte della fonte era di proprietà comunale, permettendoci si realizzare consolidamento e restauro. Per questo finanziamento siamo alla fase dei rilievi, già assegnata a La Sapienza, e a breve arriveranno gli elaborati. Seguiranno indagini sul sottosuolo e poi il consolidamento delle coperture con alcuni interventi conservativi. Si procederà al restauro della cappella, ai saloni del piano nobile e il cosidetto bagno del cardinale, razziato persino delle maioliche, poi penseremo al piano interrato, dove vi erano bellissime peschiere e le vecchie cucine. Il tema principale, come già detto, è lo scalone crollato, per cui sarà importante partire dalla puntellatura e messa in sicurezza, ma anche alcuni giardini con balaustre ricoperte da vegetazione incolta".
Tanti i lavori che saranno pianificati, e andranno ad innestarsi nei vari interventi realizzati in questi ultimi 10 anni, ciascuno dedicato a salvare porzioni del palazzo, come spiegato da Aimola: "Gli interventi del Comune partono dal 2015, coperture e costone per il consolidamento, poi nel '16 abbiamo agito sulla torretta, che era crollata, nel 2017 è stata restaurata la balconata sopra il gruppo scultoreo che funge da fontana all'ingresso, mentre nel '18 è toccato ai giardini pensili superiori, con reinserimento di piante d'epoca e sistemazione dell'obelisco. Nel 2021 i lavori hanno interessato la torretta del cardinale, quello del famoso bagno, con facciate, tetto e i giardini pensili inferiori.
Per la progettazione futura punteremo sul rispetto della natura, la conservazione e la tutela del bene, per avere una struttura da ridonare alla cittadinanza, che potrà di nuovo friurne. Nell'intervento del Comune è previsto anche l'acquisto della parte di proprietà della Provincia, per un importo di 130 mila euro e il resto sarà utilizzato per il consolidamento delle cantine e del loggiato.
Il finanziamento del ministero servirà per lo scalone crollato e le relative facciate, per arrivare finalmente al recupero completo del bene" ha concluso il dirigente del settore tecnico del Comune di Soriano nel Cimino.
Relatori e i numerosi ospiti hanno poi visitato i giardini, ammirando la fontana e altri lavori realizzati, potendo constatare dall'esterno la differenza con la parte ancora da restaurare.
Teresa Pierini e Anselmo Cianchi