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Terre Tuscia: dalle sorelle Cotarella l'invito a far sbocciare il territorio

In Provincia
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CASTIGLIONE IN TEVERINA -"Se tra un anno ci troviamo di nuovo qui e facciamo gli stessi discorsi abbiamo perso. Prendiamoci un impegno: che racconteremo le diverse realtà, ma adesso. Dobbiamo partire dalla Tuscia, far innamorare i giovani, trasmettere devozione". Partiamo dalla fine, dalle ultime parole di Dominga Cotarella, che valgono come bilancio dell'incontro Terre di Tuscia, perché ormai conosciamo il tesoro che si nasconde in questa provincia, ma è giunto il momento di comunicarlo, di coinvolgere persone, di agire di più e parlare di meno. 

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Parole che la prima delle tre figlie di Riccardo Cotarella ha usato come sollecitazione per i presenti, dopo una serie di interventi che non hanno potuto far altro che ricordare quanto siano meravigliosi questa terra e i frutti.

E' il Muvis, cuore storico dell'attività nata col brand Falesco, ad accogliere ospiti e relatori. "In questa terra ci abbiamo sempre creduto - ha precisato Dominga - ma non è giusto che in Italia si parli sempre delle solite regioni, Toscana, Piemonte e il sud in crescita. Qui non viene data la giusta importanza e per questo oggi siamo insieme, per fare qualcosa di concreto. Sono qui tanti sindaci, mettiamoci insieme, siamo tutti a disposizione, aziende ed istituzioni, non solo la famiglia Cotarella. Non esiste più il concetto di Comune piccolo, esistono i borghi e noi dobbiamo veder riconosciuta la nostra importanza".

Parole che hanno avviato l'incontro, moderato da Angelo Mellone, vice direttore Rai Uno, che ha subito ricordato la sua profonda conoscenza del territorio, dall'identità etrusca alle bellezze ambientali e ai suoi sapori.

E' il padronte di casa, il sindaco Zannoni il primo a rendere merito a questa terra: "È giusto fermarsi a riflettere, capire da dove si viene e dove si vive per promuovere il nostro palcoscenico, la Tuscia, con tutti noi insieme in veste di attori", seguito dal consigliere regionale Enrico Panunzi che ha ammesso ritardi ormai cronici e tanti anni di scarsa promozione: "Oggi, dopo la tempesta, dobbiamo puntare agli sviluppi che offre la ripartenza".

Per Stefano Signori (Muvis) è fondamentale il brand, che in questi luoghi si chiama cultura, esportata anche attraverso progetti come l'Accademia di alta formazione Intrecci, un riconoscimento diretto alle tre sorelle.

La prima tavola rotonda di ospiti si è chiusa con Marta Cotarella, direttrice di Intrecci, che ha scelto di mostrare il video a forte impatto emozionale dell'accademia, svelando l'origine del nome: "Intrecci da leggere come In-Tre-C, noi tre Cotarella".

Secondo gruppo di ospiti avviato con il rettore Unitus Ubertini: "Ci caratterizziamo da sempre nel settore agricolo e alimentare, speriamo che ora i nostri ragazzi abbiano il coraggio di svilupparsi nell'imprenditoria", seguito da Enrica Cotarella che, confessando i ricordi d'infanzia e gli studi proprio all'Università della Tuscia ha aggiunto: "Oggi più che mai dobbiamo rilanciare questo territorio. Qui non ci manca nulla, dobbiamo solo salire sulla barca per salpare".

Piccante l'intervento di Mauro Belli, direttore del progetto sviluppo Etruria Tuscia: "Facciamo tutti un passo indietro, specie la politica, perché la sinergia non ha colore. Ben venga che questo sia nato da imprenditori di successo".

Protagonista via web Giuseppe Cerasa (Guide Repubblica) che ha evidenziato il ruolo di Leonardo Bonucci, campione della nazionale e figlio di questa terra, testimonial della guida I cammini, un progetto editoriale molto richiesto, segno del grande interesse per la Tuscia. E chiude citando la risposta del calciatore ad amici torinesi che non capivano come mai la Tuscia non fosse conosciuta: Credo che sia una questione di mentalità, di cultura. Forse si dovrebbe cambiare atteggiamento partendo già dai ragazzi".  E se lo dice un campione come lui bisognorebbe scattare. Cerasa ha confermato che dopo la guida Tuscia - I cammini, uscita ad inizio anno, la prossima sarà dedicata a Civita di Bagnoregio, proprio come traino per la candidatura Unesco e la possibile ulteriore espansione turistica del borgo sospeso.

Anche per il presidente della Provincia Nocchi ci sono tutte le carte vincenti, vanno proposti percorsi e vie nuove.

Chiusura con Riccardo Cotarella: "Non sono mai espansivo con le mie figlie ma oggi sono davvero orgoglioso di quanto fatto. Più di 50 anni fa iniziai questo mestiere in questo luogo, oggi seguo 103 cantine e decine sono dirette da nostri studenti Unitus, dove insegno. Ora dobbiamo fare un 'ritorno al futuro', perché qui raccogliamo briciole. Lo dico chiaro, non c'è un prodotto agricolo che identifica il territorio, pensate ai castelli francesi, ai loro marchi come il Bordeaux, nomi che fanno territorio, che molto spesso è solo un racconto. Qui avremmo il prodotto ma non abbiamo il racconto. È anche colpa nostra, siamo radicati al passato, dobbiamo fare un'evoluzione mentale".

Giovani, brand, futuro, e promozione turistica sul target 15-34 anni: è questa la ricetta proposta da Dominga in chiusura, prima di pronunciare le parole "manifesto" che abbiamo scelto per iniziare l'articolo. E per fare questo ha dato tempo ai numerosi sindaci presenti di sviluppare a breve, magari ad un mese, un progetto adatto a giovani, da sviluppare per unire il territorio. E siamo certi che a breve i sindaci saranno sollecitati.

Cerimonia finale, prima della degustazione de Il Poggio dei Gelsi, con il simbolico gesto di raccogliere la terra dei Comuni presenti e delle più importanti aziende di Castiglione. Dopo l'esecuzione alla tromba, da parte di Lorenzo, del Canto degli Italiani, intonato da Emanuela, i vari sindaci si sono avvicendati versando un bicchiere di terra prelevata sul proprio territorio: Castiglione in Teverina, Marta, Canino, Vitorchiano, Nepi, Bolsena, Bagnoregio, e poi Madonna delle macchie, Tre botti, D'Amico e ovviamente Falesco della famiglia Cotarella. 

Un gesto simbolico che ha stimolato i primi cittadini, che hanno tutti usato parole positive sull'incontro, come Paolo Dottarelli (Bolsena): "Ci voleva l'eleganza della famiglia Cotarella a farci notare le nostre lontananze, anche se siamo uniti per fermare geotermia e scorie, difendendo la nostra tipicità ed agricoltura" e Luca Profili (Bagnoregio): "Siamo a disposizione di tutti perché quella di Civita sia la candidatura Unesco della Tuscia".

Teresa Pierini