ROMA - Cinquemila persone alla Sala Nervi Paolo VI in Vaticano per il decennale della beatificazione di don Carlo Gnocchi, avvenuta proprio il 31 ottobre 2009. In attesa che si concluda l'atteso iter per la santificazione, fedeli, volontari ma soprattutto tantissimi alpini si sono stretti a Papa Francesco per ricordare la figura del benefattore dei "mutilatini".
Tra questi era ovviamente presente il Gruppo Alpini Viterbo, con don Emanuele Germani, parroco della chiesa SS. Valentino e Ilario, dove all’interno vi è custodita la sua reliquia, che insieme hanno voluto rendere omaggio a questa grande figura.
Prima dell'arrivo del Santo Padre, la sala è stata animata da un coro Gospel proveniente da Vicenza e da un Coro Alpino, che si sono alternati alle letture dei pensieri di don Gnocchi, con la voce di terapisti, medici e volontari della Fondazione, e letture tratte dagli scritti di Papa Francesco. Tra i tanti pensieri letti, al centro dei ogni discorso sempre presente la santità terrena, quella basata sulle azioni dedicate agli altri, la santità negli uomini e nelle donne che lavorano, che si danno da fare in famiglia, che supportano chi ha bisogno, attraverso la chiamata che il Signore fa a ciascuno.
Importanti i numeri della giornata, che ha visto la sala piena, complice l'arrivo a Roma di 11 treni e 25 pullman da tutta Italia, per un totale di 4.609 accreditati per conto della Fondazione, a cui si sommano i 100 dediti all'organizzazione.
Due le figure che hanno parlato per conto di tutti, il direttore generale, dottor Francesco Converti, che ha ricordato il continuo impegno per il bene comune, sempre al servizio delle persone più fragili, salutando anche gli alpini, sempre numerosi, da quel fronte della II guerra mondiale a cui don Gnocchi non si sottrasse, conoscendo il dolore che poi lo portò ad aiutare i mutilati e tutti gli altri dopo. Sempre per la Fondazione è intervenuto il presidente don Vincenzo Barbante, che ha aggiunto "Guardiamoci intorno, siamo una bella grande famiglia, raccolta nel nome del beato Carlo. Un momento di festa emozionante per noi che serviamo il Signore aiutando i sofferenti, con la consapevolezza che ci arriva dal suo esempio, da cui abbiamo imparato a non avere paura del male, senza lasciare solo nessuno".
Ultimi momenti di spettacolo con i due cori e con il trio Opera Guitta, che ha proposto brevi momenti tratti dal Flauto magico di Mozart.
Poi l'arrivo di Papa Francesco, che attraversa tutto il corridoio d'ingresso salutando i diversamenti abili che incrocia. Il pontefice viene accolto dal presidente e da un paziente della Basilicata colpito da ictus, in rappresentanza di tutti, abbracciato con affetto da Francesco.
Il papa ha poi ricordato don Carlo con parole semplici ed emozionanti: "Fu un inquieto cercatore di Dio e un coraggioso cercatore dell'uomo, che ha consumato la vita cercando il volto di Dio impresso in quello degli uomini. Bello eh... - ha sottolineato iniziando a ricordare la biografia, la conoscenza della sofferenza al fronte - un dramma che gli fece creare gli istituti, mosso dalla carità di Cristo, che ora voi moltiplicate, e per questo sono grato a ciascuno di voi".
Al termine il Papa ha impartito la benedizione ai presenti, estesa ai cari rimasti a casa e agli ospiti dell'istituto, ricordando sempre di pregare per lui.
Prima di uscire, ripetendo il corridoio tra gli applausi, il saluto personale a tutti i ragazzi, gli uomini e le donne diversamente abili, pazienti dei 9 istituti don Gnocchi sparsi in Italia, e agli alpini.
Teresa Pierini