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Arriva Kultura: musica, libri, mostre e un'escursione con la Casa delle donne di Vetralla

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VETRALLA - Arriva Kultura, la tre giorni speciale della Casa delle donne di Vetralla, dal 25 al 27 gennaio 2019. Per far conoscere la Casa delle donne e sostenere l'attività di Battiti, l'associazione che la gestisce ha organizzato un calendario pieno di cultura e divertimento nel rispetto delle differenze, sensibilizzazione, incontri.

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Questo il cartellone degli eventi in programma: venerdì 25 Mariachiara Risoldi, la presidente della Casa delle donne di Bologna, presenterà il suo libro #Metoo.
Sabato 26 alle 15 sarà inaugurata a Palazzo Zelli la mostra di Rita Passeri, pittrice e scultrice che realizza "Uncommon Woman", una mostra di arte contemporanea che riuscirà a stupire e che inorgoglisce per il grande livello artistico.
Alle 19.30 è il momento della musica al Bibemus, per gustare un'apericena in compagnia e ascoltare il concerto delle 21 della grande BandaJorona (segue dettaglio specifico).
Domenica 27 alle 9.30 appuntamento al piazzale Coop per la passeggiata con guida al Parco Marturanum (durata 2h30min) e poi alle 13 ritorno alla Casa delle donne per concludere in bellezza con il pranzo sociale offerto da Battiti.

Tutte le attività di Kultura sono gratuite (presentazione libro, mostra, concerto, escursione, pranzo sociale) ad eccezione dell'aperi-cena che richiede un piccolo contributo di 6 euro. Per la passeggiata della domenica è necessaria la prenotazione al 335 8034198.
Chi vorrà potrà aiutare sostenendo l'attività di Battiti e della Casa delle donne tramite il tesseramento 2019, del costo di 10 euro, che si potrà effettuare durante Kultura.

La serata di sabato sarà l'ccasione per presentare il nuovo cd di BandaJorona , "Io so’ me", da una Roma ferita, storie e musiche delle nuove periferie urbane, tra echi popolari, canzone d’autore e nuovi linguagg. 

Vivere a Roma significa assorbire forme, colori e storie di una metropoli ancorata ad una tradizione che si rimpasta continuamente con un tessuto sociale fatto di multiculturalità e di linguaggi inconsueti: saper disporre di quei linguaggi e restituirli in forma canzone, senza indulgere a manierismi e a esercizi di stile, è operazione che, quando riesce, riempie di meraviglia. BandaJorona, capitanata dalla personalità di Bianca Giovannini, si è imbevuta per anni delle suggestioni che transitavano per la Capitale, integrando ad esse una sensibilità contemporanea asciugata all’incrocio di altri venti. Ad esempio, l’esperienza sudamericana di Bianca, che chiamano “Jorona” proprio in riferimento a “La Llorona” di Chavela Vargas. O anche la profonda conoscenza del mondo mitteleuropeo, dei Kabarett e del teatro musicale di Monaco di Baviera e di Berlino, e il suo portato di Klezmer e Yiddish Song installato magicamente nella cultura capitolina. Un folk totale, insomma, a cui qualsiasi tentativo di riduzione a fenomeno locale va inevitabilmente stretto e dove si canta in romano perché in romano si parla ma per lo stesso motivo si parla e canta in italiano e perfino in inglese.

Con il suo ultimo lavoro, Io so’ me, pubblicato da Squilibri editore, il gruppo romano ritorna sulle scene con non poche novità in un disco di una forza straordinaria. Innanzi tutto, balza agli occhi il passaggio dalla rivisitazione dei canti della tradizione alla canzone d’autore per dare voce a sentimenti ed eventi raccontati in prima persona, vissuti sulla propria pelle e tanto intensamente da poter diventare metafora di una condizione esistenziale più generale, abbastanza diffusa in una metropoli ferita come Roma o anche nelle periferie urbane del mondo dove il canto si leva quasi come un esorcismo rispetto alle brutture della vita o come una gioiosa reazione di fronte alla protervia di chi ci vorrebbe vinti e sopraffatti da quei problemi e da quelle brutture. Un grido vitale che si leva con forza accresciuta sul piano musicale dove ai classici strumenti della tradizione folk (fisarmoniche, contrabbassi e mandolini) si sono aggiunte sonorità elettroniche “stranianti”, che raccontano altre storie o le stesse storie da altri punti di vista, mentre nelle pieghe dei testi riaffiorano presenze costanti e mai rassicuranti, come quella di un maestro come Pier Paolo Pasolini, con la stessa caparbia intenzione di sempre: cantare di Roma e del mondo in questo nostro frastagliato presente.

Undici splendide tracce che danno conto della situazione attuale del gruppo romano, capace di muoversi con sorprendente disinvoltura tra i suoni del mondo pur dando loro un’impronta inconfondibile, carica dell’eco e delle suggestioni di una storia secolare. Dalla title-track dell’album, un klezmer romanesco di grande impatto, al divertissement su base elettro-pop e assonanza da dance anni Ottanta de La Signora del Quinto Quarto, dall’atmosfera pasoliniana su base elettronica de Le scarpe nove, con la voce campionata di Laura Betti in Cristo al mandrione, al singolare tango di La rosa sbagliata con le pennellate del sax di Daniele Sepe fino allo strabiliante saltarello de Er sorcio e ‘r gabbianello, è un susseguirsi di emozioni e musiche -nuove e antiche allo stesso tempo-, con collaborazioni di grande prestigio come quella con Mario Castelnuovo, che firma e duetta con la Jorona in Il poema dei visionari, o altre ancora vivissime nella memoria come quella con il compianto Piergiorgio Faraglia.

Emozioni che animeranno il concerto del 26 gennaio, al Bibemus di Via dell’Immacolata, h. 21, all’interno di Kultura, la 3 giorni culturale della Casa delle Donne Vetralla, dove BandaJorona, uno dei gruppi storici e maggiormente rappresentativi della “canzone romana”, canterà una Roma contemporanea che nasce da un popolo in continua trasformazione.