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Due anni di indagini nel sottosuolo per svelare il Colle del Duomo

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VITERBO - Presentato questa mattina in curia il progetto biennale di indagine sul sottosuolo del Colle del Duomo, con il coinvolgimento dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi, rappresentato dall'Ing. Santino Tosini, i dipartimenti dell’Università della Tuscia DISTU e DISUCOM, rappresentati dal Prof. Giuseppe Romagnoli e dalla Prof.ssa Marina Micozzi, e di Archeoares snc, rappresentata dal dott. Gianpaolo Serone, in partnership con il Dipartimento di Storia dell’Università Cattolica “Giovanni Paolo II” di Lublino (Polonia).

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"Per la prima volta nella sua millenaria storia questo luogo sarà oggetto di un’ambiziosa quanto fondamentale campagna di indagini archeologiche e topografiche - ho sottolineato il vescovo Piazza -, un modo per chiarificare i misteri, tra cui proprio la fantomatica tomba di Alessandro IV, a cui potremmo dare finalmente pace. Questa è una fase decisiva ed importante per quello che faremo e gli enti coinvolti". 

A spiegare i dettagli l'ing. Tosini: "Il colle del Duomo comprende ben 3 ettari dietro la cattedrale, dal vecchio orto dei vescovi, con pendici selvagge (quelle che vanno verso Faul, ndr), ma anche interventi di varia natura molto più recenti, specie dopo i bombardamenti della Seconda Guerra e il successivo sversamento dei detriti nell'area. Nell'orto però dovremmo trovare zone mai violate in 400 anni, dove c'è tanto da studiare e penso sia giusto che gli archeologi aggiornino di volta in volta quanto rintracciato, per informare tutti"

Il Colle del Duomo (foto tratta da Google maps), come è noto, è il nucleo insediativo da cui si è sviluppata la città medievale di Viterbo: sorto verosimilmente tra il VI e il VII sec. d.C. come castrum per il presidio del limes longobardo-bizantino della Tuscia, è ben documentato dalle fonti (soprattutto i cartulari farfensi) tra VIII e IX secolo come importante centro amministrativo del territorio di Tuscania, ma mantenne una notevole rilevanza almeno fino al XII-XIII secolo, quando fu scelta come sede della prima cattedrale viterbese e dell’annesso complesso Episcopio-Palazzo papale. L'area, inoltre, è stata spesso indicata in letteratura come possibile sede di un insediamento etrusco.

A vigilare e raccogliere informazioni anche la SABAP VT EM, rappresentata dal soprintendente arch. Margherita Eichberg: "Sarà bello scoprire come nacque Viterbo e mettere in luce tutto ciò che al momento non conosciamo, considerato che se nascerà il Borgo della cultura proprio in questi luoghi, su cui sembra confermato l'interesse anche della giunta Rocca, quanto è stato considerato finora leggenda diventerà dato scientifico. Noi come Soprintendenza abbiamo dato parere positivo alle indagini e seguiremo i ritrovati pubblicando i dati. Bene che siano coinvolte le scuole: i ragazzi vedranno come si svolgono i saggi non invasivi, imparando ad apprezzare il passato della città, che esiste e di cui devono essere orgogliosi".

Presente anche l'università della Tuscia, con il diretto impegno dei docenti Giuseppe Romagnoli e Marina Micozzi, in partnership con il Dipartimento di Storia dell’Università Cattolica “Giovanni Paolo II” di Lublino (Polonia). Emozionato e felice il rettore Stefano Ubertini: "Avviare un progetto di questa portata con il coinvolgimento del dipartimento Distu e Disucom dimostra come la nostra università abbia sempre puntato all’eccellenza dei Beni Culturali “.

Un progetto atteso da anni da Archeores, come sottolineato da Giampaolo Serone: "Tutto questo nasce dal desiderio di conoscenza che potrebbe dare definizioni importanti, una zona da indagare e attenzionare con professionisti competenti ed istituzioni, partendo dalla proprietà, la Diocesi che lo ha conservato nel tempo, Università e Soprintendenza. Scopo finale una rivalutazione a vantaggio della città".

Un sogno condiviso con il docente Giuseppe Romagnoli: "Un'idea che abbiamo da almeno venti anni che attinge al 1998, data in cui fu fatto un saggio di scavo per il museo, trovando un sepolcreto con ritrovamenti etruschi, medievali e di età moderna, segno delle varie stratificazioni. Finalmente ci siamo: due anni di indagini che andremo ad avviare in modo non invasivo partendo da zero; da aprile effettueremo quindi le ricerche tecnologiche che vanno a leggere il sottosuolo, comprendendo le potenzialità, poi indagheremo la piazza, che potrebbe darci interessanti sorprese, e gli edifici, come il basamento del ponte del duomo, di epoca romana. Se poi ci sarà opportunità si procederà con scavi individuando punti specifici che riterremo interessanti.
I sepolcreto è di epoca alto medievale, confermato dai sarcofagi del VI o VII secolo, che sono al Museo del colle del duomo. Tutta l'indagine  sarà raccolta, schedata e portato in piattaforma grazie alle prospezioni geofisiche con georadar (ad almeno 2 metri di profondità, che dovrebbero superare i detriti), magnetometria e resistività elettrica; utilizzando i vari metodi vedremo quello che darà maggiori risultati" ha concluso il docente.

Attività pianificate sull'area:

  • Telerilevamento tramite LIDAR (Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging), finalizzati alla costruzione di una carta archeologica;
  • Prospezioni geofisiche (con metodo geomagnetico e georadar), finalizzate ad individuare la presenza di strutture sepolte e di altre evidenze di interesse archeologico attraverso la misura delle variazioni di alcuni parametri fisici del sottosuolo;
  • Rilievi di dettaglio, anche tramite l’impiego di tecnologia laser scanner, degli edifici e degli ipogei presenti in particolare lungo il versante meridionale presenti nell’area;
  • Lettura stratigrafica dei complessi architettonici presenti nell’area;
  • Carotaggi, ovvero il prelevamento di campioni di terreno, condotto allo scopo di esaminare la stratificazione del sottosuolo, fino alla quota del banco tufaceo.

Tanta l'attesa per l'etruscologa Marina  Micozzi, che non nasconde il suo sogno finale: "Non vedo l'ora di scoprire questa realtà della presenza etrusca sul colle, che sappiamo quanto si presti all'insediamento ma non abbiamo prove. Avere uno sguardo d'insieme ci permetterà una mappatura di accesso ai cunicoli, riuscendo a dare un contributo a questa fase più antica: in questo modo l'università della Tuscia e Beni culturali restituiranno alla città l'accoglienza avuta in questi anni. Anche non trovassimo nulla sarebbe un dato importante da conoscere ma non nascondo il mio sogno: individuare quel tempio Etrusco che da sempre immaginiamo in quel luogo, sicuramente adatto, in perfetta continuità al culto di oggi. Molto importante anche il Pcto (percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento) con liceo Buratti, che permetterà ai ragazzi di mettersi in contatto con la città e la sua storia, rispettandola".

L'indagine inizierà ad aprile e partirà dal casale all'interno del giardino.

Teresa Pierini e Anselmo Cianchi