VITERBO - Domani, mercoledì 3 maggio alle ore 11.00, nell’aula magna di Santa Maria in Gradi, con l’artista e fotografo contemporaneo Antonio Biasiucci, ritornano all’Università della Tuscia gli incontri ad alta temperatura di “Cultura in Gradi” del Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo (Disucom).
Dopo il regista Roberto Andò, il poeta e scrittore Renzo Paris, tocca ora alle arti visive nel lavoro creativo di un punto di riferimento della fotografia contemporanea.
Nato a Dragoni, Antonio Biasiucci porta al centro della sua avventura creativa artistica, il Sud, una particolarissima interazione tra teatro, immagine e fotografia e le sue radici meridionali. Con la fotografia contemporanea, si rinnova l’impegno del Disucom ad alzare la temperatura culturale di Viterbo e creare attenzione e interesse più ampio sulle aree di ricerca e didattica attive nel Dipartimento dove si sviluppano le filiere formative di Lettere, Comunicazione, Beni Culturali e Scienze dell’Educazione.
“Cultura in Gradi è una proposta aperta alla città, in particolar modo agli animatori culturali e del mondo dei media, ai docenti e agli studenti di tutte le scuole superiori per catalizzare l’attenzione del territorio sulla cultura come alimento vitale quotidiano. Con Cultura in Gradi, il Dipartimento – afferma il Direttore del Disucom Giovanni Fiorentino – richiama l’attenzione sui processi creativi che si iscrivono nei diversi formati estetici e mediali, dalle arti visive, al cinema, alla letteratura, fino al medium della scrittura per eccellenza, il libro, che oggi vive ancora parte importante all’interno di un ecosistema mediale digitale.
Con l’ingresso della Primavera, il nostro dipartimento incontra autori che, con la loro competenza e testimonianza, operano con altissima qualità nel mondo della produzione culturale. Quest’anno il centro dell’attenzione gravita sul medium teatrale in tutte le sue forme, come punto di riferimento di un sistema mediale e dello spettacolo complesso, in grado di valorizzare tutte le gamme espressive e creative anche in un presente digitale, che trova nel Meridione d’Italia, territorio identitario e culturale di riferimento e di ispirazione.
Il ciclo di incontri Cultura in Gradi quest’anno sarà dedicato a Vincenzo Del Gaudio - conclude Fiorentino - prematuramente e improvvisamente scomparso nel dicembre 2022, nato a Castellamare di Stabia, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo dell’Università degli Studi della Tuscia dal 2019 al 2022, particolarmente amato dai nostri studenti.
Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961. Nel 1980 si trasferisce a Napoli, dove comincia un lavoro sugli spazi delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla memoria personale, fotografando riti, ambienti e persone del paese nativo. Nel 1984 inizia una collaborazione con l’Osservatorio vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Fin dagli inizi la sua ricerca si radica nei temi della cultura del Sud e si trasforma, in anni recenti, in un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza. Ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui, nel 1992, ad Arles, il premio “European Kodak Panorama”; nel 2005 il “Kraszna/Krausz Photography Book Awards”, per la pubblicazione del volume Res. Lo stato delle cose (2004) e, nello stesso anno, il “Premio Bastianelli”; nel 2016 Premio Cultura Sorrento. Numerosissime le mostre personali e le partecipazioni a mostre collettive, a festival e rassegne nazionali e internazionali. Biasiucci è stato invitato fra gli artisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2015. E' docente di “Fotografia come linguaggio artistico” presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2012 fonda il “LAB/per un laboratorio irregolare” come azione di volontariato sociale. Ideato da Antonio Biasiucci il Lab risponde all'esigenza di creare un percorso per giovani artisti, in cui trasmettere un metodo di costante approfondimento e critica del proprio lavoro.
Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni, in Italia e all’estero, tra cui: Istituto nazionale per la grafica, Roma; MAXXI, Roma; PAN Palazzo delle Arti, Napoli; MADRE-Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, Napoli; Metropolitana di Napoli; Galleria Civica di Modena; Museo di fotografia contemporanea Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo (Milano); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte Contemporanea, Guarene (Cuneo); Fondazione Banco di Napoli; Collezione Banca Unicredit, Bologna; Bibliothèque nationale de France, Parigi; Maison Européenne de la Photographie, Parigi; Château d’Eau, Tolosa; Musée de l’Elysée, Losanna; Centre de la Photographie, Ginevra; Fondazione Banca del Gottardo, Lugano; Centre Méditerranéen de la Photographie, Bastia; Galerie Freihausgasse, Villach (Austria); Departamento de investigación y documentación de la Cultura Audiovisual, Puebla (Messico), Mart, Rovereto, Pio Monte Della Misericordia, Napoli; Fondazione Modena per la fotografia. Musei Vaticani.