VITERBO - Tanta attesa, mentre la sala dell'hotel Salus Terme è già colma di persone, tanto che viene fatta una mini platea anche in giardino, e finalmente arriva Giorgia Meloni, stanca e scura in volto per l'ennessimo affossamento parlamentare della riforma sul presidenzialismo.
Nessuna mano amica, stavolta, ma una scelta precisa di grillini e piddini, per molti versi scontata, che le permette di recuperare presto il sorriso, specie con l'abbraccio della sua gente. Il fatto che sia viterbese, da sempre una garanzia, è una ragione in più per sorridere, con una donna di partito. Laura Allegrini, candidata a sindaco.
Il posto giusto, quindi, per recuperare un po' di serenità, ma prima del bagno di folla il breve ingresso in sala stampa per ribadire la linea di Fratelli d'Italia su Palazzo dei Priori: "Laura Allegrini è il miglior candidato possibile per il Comune di Viterbo, non rinunciamo a sperare nell'unita, confidiamo nella compattezza della coalizione e che si possa convergere su lei - confida Giorgia Meloni -. Ho sempre lavorato come Fratelli d'Italia per costruire, non necessariamente ricostruire, perché vorrebbe dire che qualcosa è distrutto.
C'è molto da fare e noi lo facciamo in modo determinato e sincero. Per noi esiste solo coalizione di centro destra e non avremo mai nessun legame con Pd o i Cinque stelle. Siamo sempre pronti ad esserci, ma servono regole chiare, non credo che i cittadini che votano per noi siano poi lieti di veder inseguire le sirene della sinistra, vogliono che siano perseguite le nostre idee, che poi sono quelle preferite da milioni di italiani". Un paio di battute per dire a Lega e Forza Italia che fino al 14 c'è ancora tempo, o che magari, dopo il voto del 12 giugno, si potrà tornare a sedersi ad un tavolo, ovviamente in funzione del responso del primo turno.
In sala l'aspettano centinaia di persone, candidati e simpatizzanti, tutto il popolo patriota che l'accoglie con un'ovazione. Gianni Scipioni Rossi modera, o almeno ci prova, l'incontro, complimentandosi per la sua spontaneità: "Scrivi che il libro non è il manifesto teorico della destra italiana ma per me non è autobiografia, c'è la storia di una donna, di una famiglia, di una generazione ed è pieno di spunti e giudizi".
Le prime domande e Giorgia Meloni parte a ruota, passando da un argomento all'altro, un fiume in piena: "Grazie a voi che mi avete organizzato questo, la classe dirigente viterbese è uno dei nostri migliori laboratori politici e ringrazio Laura Allegrini - passando poi al libro -. Ero stata torturata dalle case editrici, ho sempre detto no perché non avevo tempo, e non lo avrei fatto scrivere ad altri, anche perché mi hanno sempre raccontata in modo diverso da quella che sono. Questo libro spiega chi sono e chi siamo davvero, una fotografia in cui rispondo a tutte le accuse false, non c'è nulla che ho fatto di cui mi possa vergognare, posso anche aver sbagliato, ma sono io. E' uno strumento per ricordarmi chi sono oggi, per consentire alla persone di ricordarmi quello che vorremmo essere nel futuro. Un testamento da vivi, in cui non mi faccio dire in vita a cosa vogliamo credere. Per due terzi della mia vita ho fatto questo, mi iscrissi al Fronte della gioventù a 15 anni, ora ne ho 45 e ho sempre lavorato: mi ridicolizzano perché ho fatto la cameriera, ho imparato più li che in Parlamento".
Argomento presidenzialismo: "Bocciato alla Camera, forse perché era una politica capace di decidere e risponde solo agli elettori. Da anni abbiamo governi di ogni colore con la scusa della Repubblica parlamentare, ma mica è vero... Alle elezioni hanno chiesto un voto per un programma che poi hanno stravolto. Il Presidente può sciogliere le Camere, è quello lo strumento che dovrebbe difendere la volontà popolare, qui purtroppo abbiamo un presedenzialismo di palazzo, con Draghi. Hanno affossato il nostro provvedimento con un altro soppressivo, perché hanno paura degli elettori. Ora torneranno alla carica con la legge elettorale, abbiamo già fermato un tentativo malsano di cambiamento delle regole per blindarsi, le nuove regole, per noi, minimo dovrebbero entrare in vigore alle elezioni successive e non a quelle imminenti, è un modo per fregare. Tenteranno di nuovo di risollevare il proporzionale, riportandoci all'ingovernabilita e al voto raggirato. Diranno 'Tu votami, poi ci penso io, stai sereno', per fortuna il voto odierno ha avuto convergenza del centro destra".
Politica estera, in questo momento fondamentale: "Noi dobbiamo fare scelte a favore dell'Italia, non esser filo questo o quello, i fili ce li hanno i burattini. L'Europa ha dimostrato la sua fallibilità, o forse.... incapacità, dite che è troppo? Non avevamo una politica estera, e nemmeno di difesa, se non hai la capacità di difenderti stai delegando ad altri di farlo, e chiunque sia non lo farà gratis. Le spese militari sono la difesa, la nostra capacità di decidere per noi stessi, presto entreremo in crisi per gli alimenti, con politiche errate fatte da egoismi".
Come vede l'Europa? "Il modello non deve essere federale, che accorpa e centralizza, ma confederale, con condivisione delle grandi materie e libera scelta sugli argomenti interni. Mentre stava per scoppiare la crisi in Ucraina, l'Europa trattava temi gender e come friggere gli insetti, mettendo l'argomento Russia al punto numero 21. E' necessaria una politica solidale, che distribuisca a chi perderà di più per le sanzioni, e saremo noi, basta con gente come Biden dice che le sanzioni non colpiranno gli americani, qui colpiranno e come! Purtroppo l'Europa è un gigante burocratico e nano politico".
Chiude con la polemica che la coinvolge spesso, quel Giorgiacentrico che toglie spazio agli altri: "A Fini - e la platea mugugna - dicevano che c'era solo lui, ora lo dicono di me ma avete visto come il partito è andato avanti. In TV dicono che ci sono solo io, ma sono loro che vogliono me, mentre noi potremmo mandare la nostra classe dirigente, sono loro che scelgono sempre me. Forse hanno paura, certo... in un Paese che ha affrontato la pandemia con Speranza e ora la guerra con Di Maio, secondo voi il problema potrebbe essere la classe dirigente di Fratelli d'Italia? Siamo noi conservatori i veri rivoluzionari, e lo dimostrano le battaglie della sinistra. Prendiamo quella gender, vengono sempre citati uomini che scelgono di mostrarsi come donna, molto meno il contrario. Questo perché il nemico è l'identità femminile, devono demolire la maternità, chi si vende come nuovo vuole solo distruggere".
L'appuntamento procede con un classico, il firmacopie, lungo, lunghissimo, con almeno cinque scatoloni di libri venduti alla platea, circa 150 copie, sommati chi lo aveva già e l'ha fatto sottoscrivere, con l'appellativo di "patriota".
La sfida delle amministrative viterbese è partita con la presentazione del libro "Io sono Giorgia". Aspettiamo il rilancio degli altri candidati.
Teresa Pierini