VITERBO - Presentati i lavori di restauro in corso nella cappella Mazzatosta, chiesa Santa Maria della Verità e che stanno interessando il pavimento, con le sue preziose piastrelle centrali decorative, e l'altare, sia gli stucchi che il baldacchino marmoreo addossato al muro attribuito ad Isaia da Pisa.
Subito dopo i saluti istituzionali del sindaco Arena e le parole del presidente Lazzari (Fondazione Carivit), è stato il vice prefetto Malerba ad intervenire per conto del ministero: "Sono qui per rappresentare il Fondo edifici di culto, nato per difendere le proprietà della Chiesa passate allo Stato nel 1860, oggi di proprietà pubblica ma in gestione alle parrocchie, che le costudiscono. Queste opere sono bellissime ed è giusto recuperarle e metterle a disposizione di tutti".
Il vescovo Fumagalli ha ringraziato gli artefici di queste iniziative: "Ci aiutate a prenderci cura di quanto ci hanno lasciato. Un gesto per chi in passato, per devozione e fede, ha realizzato qualcosa di bello, da amare, come la chiesetta della pace o gli affreschi al complesso del Paradiso - beni per cui il vescovo ha richiamato l'attenzione della Soprintendenza, ndr -. Ora siamo noi che dobbiamo salvare tutto questo e mandarlo avanti, per chi verrà, perché oggi è faticoso costruire qualcosa di bello, impegniamoci nel salvare questo che abbiamo ricevuto".
Un appello raccolto dalla Soprintendente, Margherita Eichberg: "Anche io ringrazio tutti voi, la cappella Mazzatosta è importantissima perché costituisce un esempio unico di restauro, una palestra di prova dopo i bombardamenti, con l'affresco andato in frantumi. Avanguardia nel mondo, perché realizzata con tutti i frammenti originali secondo le indicazioni del Brandi, grazie alla documentazione fotografica, e restituiti nella loro materia originale. Un esempio servito qualche anno fa per restaurare la cappella di Giotto, distrutta dal terremoto - ha precisato, raccogliendo poi il sollecito del vescovo -. Presto lavoreremo anche nella chiesa di Santa Maria della Peste e non solo,stiamo pensando anche al pavimento del Duomo. Stanno arrivando molti soldi con il Pnrr, ora il problema è avere il personale necessario, specie amministrativo, per le procedure dei vari infiniti portali che sono necessarie per gli appalti, speriamo ci diano nuovi dipendenti. Arrivando a questa giornata, ora il lavoro sarà spegiato dal restauratore, mi piace solo sottolineare che questo pavimento fu già restaurato nel 2002, ma poi non ci si preoccupó di proteggerlo dal calpestio, nonostante precise linee giuda. Stavolta ricordiamoci di proteggerlo".
E' il restauratore Roberto della Porta a descrivere i lavori, considerando che per lui si tratta di un ritorno, avendo già restaurato nel 2002 il pavimento, mettendo nero su bianco la necessità di proteggerlo dal calpestio, senza essere stato ascoltato: "Un lavoro che già conosco, speriamo che questa volta si decida di proteggerlo, perché tacchi e scarpe non possono che rovinare il restauro. Intanto ho iniziato a restaurare l'altare, dove ho ritrovato un intervento precedente completamente sbagliato, realizzato con cemento, che distrugge e copre la coloritura originale, che per fortuna abbiamo ritrovato e riporteremo all'oro. Importante anche il lavoro sul rilievo marmoreo sopra l'altare, che è stato addirittura frazionato, proveremo a rifinirlo com'era, con lo stucco, e restaureremo anche i capitelli, in passato coperti di giallo mentre erano anch'essi d'oro".
I lavori dovrebbero terminare per l'8 dicembre, giorno in cui si festeggia l'Immacolata concezione, quando è previsto un concerto celebrativo della nuova illuminazione della cappella e, se non ci saranno ostacoli, la consegna dei lavori di restauro in corso sull'altare e sul pavimento.
Teresa Pierini