VITERBO - Bonucci quater: dopo il saluto alla stampa, la civica benemerenza e la firma al murales a lui dedicato, l'ultimo atto di festa per il campione europeo, il leone viterbese Leonardo, si è celebrato allo stadio Rocchi, con l'abbraccio ideale dei tifosi sulle tribune e tante piccole e graziose sorprese.
Sul palco, adornato da palloncini tricolore (verde bianco e rosso) e gialloblù di nuovo il sindaco Arena e l'assessore De Carolis, per un incontro moderato dalla giornalista Eleonora Celestini. Sul campo palloni a comporre la parola Leo e sugli spalti ancora i colori della giornata, quelli della nazionale e della Viterbese.
Leonardo viene annunciato dallo speaker ed entra salutando i pulcini della Viterbese, conquista il palco e si prepara al nuovo bagno di emozioni.
Un primo regalo viene dal circolo sportivo per eccellenza, il Panathlon Viterbo che, per mano del presidente Angelo Landi, consegna una targa "Al campione Leonardo, il nostro leone, orgoglio sportivo della città con riconoscimento della sua etica", un saluto concluso con l'informale e ormai celebre "Evviva la pastasciutta", quella che la sera di Wembley Bonucci ha dedicato, o meglio consigliato ai colleghi inglesi.
Poi arriva l'opera d'arte di un emozionato Michele Telari (anche lui juventino), dono della curva nord degli ultras della Viterbese, che raffigura il campione con la maglia della nazionale davanti alla loggia del Palazzo papale. Leo ringrazia e ricorda quante volte è andato in curva prima di diventare giocatore, proprio su quel campo: "Oggi è un'emozione continua, giocare un anno e mezzo senza tifosi è stato difficile, abbiamo ripreso a sentire il pubblico agli europei, ora mi auguro un ritorno alla normalità".
Immancabile la maglia, rigorosamente numero 19, donata dal presidente della Viterbese, Mauro Arturo Romano, che viene duplicata anche per il fratello Riccardo, stavolta numero 6, che per primo, da maggiore, iniziò a calcare i campetti cittadini. "Tenete quel numero, non si sa mai" dichiara Leonardo infiammando gli spalti, anche se poco prima aveva dichiarato che la sua gioia sarebbe concludere la carriera ai massimi livelli, senza vedersi in declino.
I primi calci al pallone, si diceva, quelli che qualche volte dava a fatica perché era il fratello Riccardo a "nascondergli" la palla. "Solo perché era più grande, ovvio no?" replica Leo, con Riccardo che aggiunge: "Vero, era il maggiore e mi seguiva sempre nei vari campetti, se c'era spazio scendeva in campo altrimenti restava a guardarci, e pure in piedi, mica c'erano le tribune. Ma una volta ricordo che la palla l'ha nascosta lui, era una delle volte che restava fuori, a bordo campo dell'oratorio, chiaramente arrabbiato. Qualcuno lanciò la palla troppo forte e uscì dal campo. Leonardo è corso a prenderla ed è scappato con la palla, in quel caso l'ha nascosta lui!".
L'ultimo regalo da un altro artista cittadino Marco Guglielmi, anche lui figlio di Pianoscarano, il quartiere della famiglia Bonucci: "Spero ti piaccia, in 10 giorni ho realizzato un oggetto, un'opera dedicata ad un calciatore nell'atto di calciare, a lato la bandiera gialloblù e il leone con la palma, con scritto il motto della città in latino". Un oggetto che ricorderà sempre le sue origini.
Le ultime battute con De Carolis in veste di intervistatore, pronto a porre due domande. La prima sul 3 settembre, per sapere come lo vive, lui che in quel giorno si trova sempre impegnato con il club a campionato iniziato. "Quelle sera 'semo tutti di un sentimento', ovunque mi trovo la mia stanza è chiusa a chiave dalle 21. Qualsiasi cosa stia facendo devo godermi, purtroppo dalla tv, il Trasporto; questi due anni ci è mancato molto, visto che sappiamo non ci sarà nemmeno quest'anno, speriamo torni perché rende unica Viterbo nel mondo ed è uno spettacolo che incanta". E ancora quel rigore sbagliato nel 2016: "Si può sbagliare, mi è successo e lo avete visto, ma subito mi sono impegnato a tirare rigori su rigori, è questo il mio insegnamento a tutti, specie ai piccoli, crederci sempre, mollare mai".
Salutando non si poteva non parlare delle Notti magiche sportive, iniziate con gli Europei e proseguite con le Olimpiadi. Un successo da cui si può ripartire? "Certo, ce lo meritiamo come popolo italiano, e non solo, tutti nel mondo hanno voglia e diritto di rinascere nuovamente".
Complimenti Leonardo Bonucci, ancora una volta hai dimostrato di essere un campione sul campo e nella vita, e nonostate la bravura e i successi ti abbiano portato lontano chilometri da casa, un pezzo di cuore resterà per sempre viterbese e Viterbo ti saprà accogliere, se e quando vorrai tornare a ricaricare energia con l'affetto dei tuoi tifosi.
Teresa Pierini