VITERBO - La prima serata del Festival di Sanremo è andata, e valeva la pena ascoltarla, nonostante il calo di ascolti rispetto allo scorso anno, per sentire bene queste 22 canzoni (escluse le 2 dei giovani) che dovevano essere esplosive, almeno più belle di Caramelle.
La serata ce la siamo "sorbita" tutta, e non c'è voluto molto a capire che era una battaglia persa: queste 22 bombe musicali non c'erano, e forse non ce ne sono nemmeno 10, magari 4/5 si, ma questo non giustifica, anzi fornisce amarezza ulteriore all'esclusione del brano di Perdavide Carone & Dear Jack.
Difficile decidere la qualità tecnica, quasi tutte le esibilzioni hanno avuto problemi di audio, con musica dominante e spesso artisti sopra le righe, se non addirittura stonati. E visto che la cosa ha riguardato tanti, se non tutti, il problema doveva per forza essere tecnico.
Tra le perle che valeva la pena ascoltare ci piace segnalare la Berté, che parte in vantaggio sia per la sua stupenda grinta che per l'eventuale dedica di vittoria alla sorella Mia, a breve protagonista di una fiction Rai; imperdibile Silvestri, intenso ed emozionante Cristicchi, di buon livello Arisa e la Turci. E poi i favoriti: Renga, Il volo, Nek, Irama, non tutti all'altezza della situazione.
Diverso il discorso dei giovani, l'armata Indie (che ci sarà poi di indipendente se si firma il tour con una potenza del settore), il Rap, il Trap, una ventata di freschezza che è finita dritta dritta nelle ultime posizioni. Forse la selezione non è stata poi così impeccabile, lo dimostrano i numeri.
E sale il rimpianto, perché Caramelle, che aleggia negli hastag di commento sui social come un fantasma, era davvero forte, giovane e potente, amata dai ragazzi e apprezzata dalla critica. Niente, non sapremo mai come si sarebbe classificata, ma vanta già numerosi primati: due milioni di visualizzazioni del video lanciato nel vuoto senza paracadute, un tour che si sta sviluppando, posizioni importanti in classifica. E un tapiro... già, perché dopo aver nominato più volte il brano a Striscia, con D'Agostino che ha perfettamente ricostruito l'affaire selezioni gestita più dalla Friend & Partner che da Baglioni stesso, con tanto di rancori passati con il patron della casa discografica dei Dear Jack, è arrivato anche il premio più ambito d'Italia, consegnato in stile social dalle veline.
E' una vittoria, rispetto a tante canzonette di questa edizioni che tra un mese non ricorderà più nessuno. E chissà se queste caramelle siano state digerite dal direttore artistico, come ha detto Carone, in perfetto stile Zelig: "D'altronde Baglioni non poteva che scartare... caramelle!"
Teresa Pierini