TARQUINIA - La cittadina etrusca punta sull'aeroporto Amerigo Sostegni, utilizzato dai paracadutisti durante la seconda guerra mondiale, per offrire una nuova opportunità turistica che leghi le città più piccole ma piene di storia attraverso la modalità sostenibile.
L'incontro voluto dal sindaco Giulivi ha visto protagonisti il presidente dell'Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile), Pierluigi Di Palma, il presidente commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera, Mauro Rotelli.
Annunciata la presenza delll'amministratore delegato dell'Enav (Ente nazionale per l'assistenza al volo), Pasqualino Monti, che impegnato in un altro incontro istituzionale ha inviato in sala consiliare un messaggio in cui ha confermato di sposare il progetto, su cui si sta impegnando fin d'ora per avviare il regio aeroporto di Tarquinia, argomento che tornerà a discutere con i protagonisti dopo le elezioni.
Alla base del progetto c'è una convinzione "professionale" del primo cittadino: "Ogni aeroporto può dire la sua storia e più ci sono più c'è movimento, è il futuro della mobilità sostenibile - ha precisato Giulivi, ricordando l'importanza del volo -: ci sono 138 miglia da Tarquinia ad Olbia, questo fa capire l'importanza del collegamento, che si estende con l'autostrada e il treno verso Roma. Non cancelleremo la nostra storia però, daremo una casa ai nostri paracadutisti".
Una strutttura supportata anche dal governo, rappresentato da Mauro Rotelli: "Da Di Palma abbiamo subito avuto attenzione sull'aeroporto viterbese, per un iter che porterà uno spazio importante, nel rispetto della scuola interforze che vedrà unite Aeronautica ed Esercito. In questo ci potrà essere margine e possibilità per lo sviluppo regionale delle strutture civili. I numeri raccontano di un traffico in crescita e non dimentichiamo gli ingressi in Italia di Fiumicino e Ciampino e del porto di Civitavecchia. Avere scali alternativi che possano decongestionare può essere importante, anche in visione del Giubileo, e non nascondiamo l'idea di lanciare l'aeroporto della Città dei papi. Il nostro spazio di volo è interessante, specie per il traffico proveniente da nord. Dobbiamo dare risposte al settore del turismo, quello giusto".
I due scali di Viterbo e Tarquinia entrerebbero in un network che le collegherebbe, unendole ad altre città per arrivare a Roma.
E' questa l'idea di Enac, come confermato da Di Palma: "Questo è un progetto che ha gambe e porta vantaggio all'intero territorio. Lo scalo è dell'esercito, oggi in carico ad Impresa Servizi, ed il primo passo è farlo entrare nel network nazionale che già vanta 20 scali, con 150 milioni di euro investimenti triennali per renderli luoghi appetibili, utili ad attirare piloti e turisti. Non c'è alcuna idea di scegliere tra Tarquinua e Viterbo, a cui abbiamo raddoppiato i fondi. Dopo il Covid si è notato un aumento del traffico, che era crollato, trascinando il pil del turismo, con il 40% in più di americani. L'idea è fare vedere le bellezze interne dell'Italia, andando oltre le città d'arte ormai sature. La mobilità aerea a basso costo può invitare il turista a vedere altre bellezze, per poi andare anche nelle città d'arte principali. Il network tra piccoli aeroporti può favorire crescita economica ed offrire occupazione.
Lo scalo di Tarquinia si estende su 40 ettari, con una pista fino 1.400 mt da sistemare a breve per aerei da 9-15 posti. Con le istituzioni abbiamo un ottimo rapporto, come con Enav, che ci permette di accelerare, e a breve sarà valutato lo studio di fattibilità sui 20 aeroporti anche scegliendo dove produrre energia alternativa.
Saranno create rete aeroportuali che colleghino Roma, Viterbo, Tarquinia o Siena, magari con soci privati per spingere i tempi.
Ci faremo carico del ripristino dell'aeroporto di Tarquinia, senza dimenticare la parte storica del paracadutismo militare, e potremo collocare altre attività come protezione civile e formazione, per richiamare le nuove generazioni. In 20 anni si raddoppieranno i passeggeri e noi abbiamo già recuperato la fase di ripartenza, senza considerare come il mercato cambierà ancora con il drone".
In chiusura Rotelli ha sottolineato l'importanza del fare: "Per parlare si è perso tempo e denaro, basti pensare alla superstrada, che 10 anni fa era stanziata per tutto il percorso, ma gli ostacoli hanno portato a procedere ora, e quella cifra serve solo per arrivare a Monteromano, e gli ultimi 12 km saranno delicati e costosissimi, se nessuno si mette di traverso sull'aeroporto si procederà veloce, con tempi previsti entro 2 anni".
Teresa Pierini e Anselmo Cianchi