VITERBO -Dopo un tira e molla molto complicato in Consiglio dei Ministri, con i rappresentanti di centro destra contrari alle chiusure contrapposti alla linea di Speranza, scende in campo l'opposizione (che Dio la salvi sempre in una democrazia), per dare voce ad un territorio come la Tuscia che non ha alcuna emergenza come, purtroppo invece, altre parti della regione Lazio.
"Questa mattina ho avuto la possibilità di confrontarmi con il Prefetto di Viterbo Giovanni Bruno - così esordisce in un post l'onorevole Mauro Rotelli (FdI) -, che spero di incontrare al più presto, in merito alla decisione che renderà zona rossa tutto il Lazio, compresa la provincia di Viterbo.
Un provvedimento che non ho esitato a definire incredibile e inaccettabile per la Tuscia, penalizzata nuovamente da parametri generalizzati, che non tengono assolutamente conto dei sacrifici della popolazione e dello stato di necessità economico in cui versa tutto il territorio.
I numeri di questa terribile pandemia, nella nostra provincia, sono assolutamente sotto controllo, all’ospedale di Belcolle ci sono meno reparti COVID aperti di due mesi fa, parte del personale è addirittura ritornato presso i reparti di provenienza. Il Prefetto ha già convocato per le 12:00 di oggi il comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza, con al centro le misure da attuare, che devono tenere conto delle numerose esigenze del territorio, partendo da quelle legate alle produzioni agricole, molto rilevanti nella nostra provincia.
Ho sottolineato l’enorme stato di malessere della popolazione che si sente discriminata da una Regione che tratta il viterbese come ultima provincia dell’impero. Nel ringraziare il Prefetto, ho ribadito la volontà a rappresentare presso ogni livello istituzionale le ragioni della Tuscia.
Degli stop selettivi e chirurgici per contrastare il virus si è persa ogni traccia".
Dopo l'evidente fallimento delle chiusure generalizzate, sembra dimostrato che anche le chiusure regionali rischiano di essere discriminanti. Forse, comprendendo lo sforzo che dovrebbe fare lo Stato, è il caso di concentrarsi su zone rosse con evidenti difficoltà, un provvedimento che potrebbe aiutare maggiornamente i posti in vera emergenza sanitaria e lasciar respirare persone ed economia nei luoghi dove l'emergenza è presente ma sotto controllo.
T. P.