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Storie, emozioni, sorrisi: il Premio Calabrese è un omaggio alla vita

SORIANO NEL CIMINO - Da più di 10 anni il Premio Calabrese trasforma il centro cimino nel cuore del giornalismo sportivo italiano, mettendo però in luce sempre più le vite dei protagonisti e i ricordi dell'indimenticabile Pietro che la propria professionalità, sicuramente innegabile di tutti i premiati, ma per un pomeriggio meno in luce rispetto ai ricordi, alle passioni, alle storie di vita.

Da quest'anno poi, la dodicesima edizione si apre anche al mondo della cultura e quindi punta maggiormente alle persone. Protagonista sempre Giuseppe Di Piazza, conduttore ma soprattutto amico, quest'anno sul palco con la collega Valentina Caruso di Sky Sport, e ovviamente Antonio Agnocchetti, ideatore del premio insieme a Fabio Menicacci, oggi presidente del consiglio comunale di Soriano, e Costanza Calabrese, giornalista Tg5, figlia di Pietro.

Sedici i premiati di questa edizione (nella gallery tutti i protagonisti), unici assenti, giustificati, Cristiano Giuntoli, nel pieno della trattativa che lo vuole ormai lontanissimo dal Napoli, che ha comunque mandato un messaggio video, ed Elena Pantaleo, campionessa kickboxing rimasta bloccata lungo la strada per Soriano.

Tutti i premiati sono sfilati suil palco, arricchendo il numeroso pubblico con storie e aneddoti, prima di ricevere la medaglia commemorativa che riproduce il volto di Calabrese sullo sfondo di Soriano.

Luca Baraldi (a.d. Virtus Bologna) ha ricordato quando Pietro lo invitò a non mollare il sogno della Lazio, aprendo così la sua carriera sportiva, mentre Gabriella Simoni, inviata di guerra del Tg5 ha ricordato il ruolo del giornalista: "Se una volta di più ho capito qualcosa della guerra è che serve tanto giornalismo serio, professionisti che guardino e raccontino quello che vedono perché la verifica è fondamentale per avvicinarci alla realtà. Ogni pensiero è mediato ma è necessario lasciare da parte il protagonismo, invece vedo tanti che raccontano più se stessi".

"Pietro era un uomo rigoroso e sono queste le figure che mancano". questo il ricordio di Gaia Tortora, autrice del libro "Testa alta e avanti", titolo nato da una frase scritta dal padre Enzo in una lettera in cui incitava a lottare per la sua innocenza.

Emozione nella piazza per il premio a Luca Valdisseri, esteso anche alla moglie Paola, giornalisti del Corriere della sera diventati protagonisti della cronaca per la tragica scomparsa del figlio Francesco, travoto da un'automobile mentre era sul marciapiede sulla Colombo. "Lavoriamo molto sui giovani perché hanno davanti una vita con diritti e doveri sulla strada - ha precisato Luca -. Se passa il messaggio la morte di Francesco non resta solo un dolore" seguito da Paola: "Noi parliamo per chi non ha voce, famiglie che soffrono il nostro stesso dolore ma non hanno il clamore che è toccato a noi, per il nostro lavoro, e anche per chi quel dolore non deve patirlo".

Arriva così il momento di Alessandro Antonelli (Rai sport) che ricorda la copia del Messaggero sempre presente in casa della nonna, con cui è cresciuto, cosa che faceva sentire Pietro come un familiare, da cui ha imparato la lezione che è la strada il luogo migliore per essere testimoni per la gente.

Ancora emozione per il premio alla memoria di Giampiero Galeazzi, ritirato dalla figlia Susanna, ancora una volta testimone dell'affetto indelebile che lega gli sportivi al padre nelle tante occasioni in cui lo ricordano. Al suo fianco Costanza, in un abbraccio reale "Pensando ai nostri papà che ci staranno guardando chissà da dove".

Ancora Rai con Angelo Mellone, giornalista tifosissimo laziale ma anche scrittore e da pochissimo direttore intrattenimento Daytime Rai, che si sviluppa in 2.800 ore di trasmisisoni annue: "il mio ultimo monologo nasce come risposta alle mie figlie su cosa resterà di me dopo - ha precisato parlando poi di attualità -: il giornalismo oggi si sta trasformando in pugilato, mentre qui celebriamo figure che avevano comportamenti che stanno ormai scomparendo".

Ancora scrittori con il premio Strega 2016 Edoardo Albinati, premiato nel giorno in cui ha avuto la sua ultima lezione a Rebibbia: "Dedico questo premio ai miei studenti", seguito da Giampaolo Sodano, già direttore Rete Rai e Mediaset, ora cittadino della Tuscia per passione: "La rivoluzione digitale segna un passaggio epocale tra prima e dopo, uno lo conosciamo, per il resto non si capisce dove stiamo andando, ma è la donna che sta scrivendo la nuova storia, e per come ho conosciuto Pietro sono certo che lui avrebbe lavorato e divulgato questo concetto".

Tra i campioni dello sport riconoscimento meritatissimo ad Alessia Zecchini, pluriprimatista mondiale di apnea, chiamata la "regina degli abissi" per il suo incredibile record di 123 metri. Dal palco racconta la sua esperienza sportiva e come l'apnea le abbia a controllare le sue emozioni.

Altro giornalista premiato è Andrea Purgatori, famoso per le sue inchieste di nera, che ricorda i tanti momenti irripetibili passati con Pietro, sempre divertendosi da matti.

Tra gli sport non poteva mancare il padel, moda del momento, che Luigi Carraro, presidente della federazione, è pronto a portare ai Giochi europei in programma tra 10 giorni in Polonia. Per lui Calabrese è un professionista che ha creduto fortemente nei giovani, lavorando sempre con il sorriso e creando quella che oggi è la nuova elite giornalistica". A premiarlo sul palco Jacopo Volpi, neo direttore di Rai sport, pronto nel suo impegno per "svecchiare l'ambiente".

Si chiude con il cinema, new-entry di questa edizione, partendo da Serena Autieri: "Dopo aver avuto la telefonata che mi annunciava questo premio mi sono commossa perché ho sempre ritenuto Pietro un modello da seguire. Questo per me è stimolo a fare sempre.meglio, con rispetto per il mondo della comunicazione". A premiarla il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli. 

Commozione anche per Enrico Vanzina, regista, sceneggiatore e scrittore ma anche giornalista: "Ho avuto un rapporto particolare con Pietro, fu lui a farmi un tale pressing da portarmi dal Corriere della Sera al Messaggero. Quando si ammalò per me fu una cosa terribile - racconta precisando un incontro per strada -: sorridendo mi disse che ce l'avrebbe fatta ma si sapeva che non era così e poco dopo mi confessò di aver mentito per non agitarmi". Al suo fianco Antonio Agnocchetti: "Appena ho saputo che la giuria aveva scelto Enrico ho voluto essere qui a premiarlo per il suo racconto della commedia italiana, perché con i suoi film mi divertivo e mi passavano i pensieri quotidiani", parole confermate dallo stesso Vanzina con una citazione di Jacques Prévert.: "Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro che per dare l'esempio..."

Si chiude così la cerimonia 2023 del Premio Calabrese, e come da tradizione è la figlia Costanza a portare i saluti finali: "Grazie agli ospiti, a chi è intervenuto e a papà, che esiste sicuramente da qualche parte, concludo con le parole di mia figlia Vittoria, che dalla platea mi ha detto di essere sempre felice di venire qui a Soriano, perché sente sempre tante cose belle sul nonno".

Teresa Pierini e Anselmo Cianchi