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La notte magica di Fabio Concato, che scaccia le nuvole e regala note e sorrisi

VITERBO - E' calato il sipario sul Jazz up festival con uno degli appuntamenti più coinvolgenti degli ultimi anni, complice un Fabio Concato straordinario che ha portato note, una splendida voce ma anche risate e una chimica con il pubblico davvero unica.

Il concerto era attesissimo, come l'appuntamento iniziale con Gazzelle, e la risposta è stata all'altezza delle aspettative: piazza Unità d'Italia piena in ogni posto, sia seduto che in piedi, e pubblico in ogni angolo possibile, dalla terrazza su via Ascenzi fino ad ogni lato possibile. Nessuno si è impaurito del forte temporale che si è abbattuto sulla città alle 20, anche perché, come ha detto lo stesso Concato appena salito sul palco "In genere io mando via le nuvole, ma tanto finché non nevica restiamo" mentre veniva salutato dal sindaco Arena e dall'assessore De Carolis. Due parole veloci per accelerare i tempi mentre la pioggia sembra intenzionata a tornare. Si apre qualche ombrello ma tutti rimangono seduti: parla la musica, quella che nel giro di un paio di canzoni spinge via davvero le nuvole, diventando l'assoluta protagonista della serata.

Fabio Concato, accompagnato splendidamente da Paolo Di Sabatino al pianoforte, Marco Siniscalco al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria, conquista il palco proponendo i suoi successi più grandi, da Domenica bestiale a Guido piano, da Tienimi dentro te a Fiore di maggio, presentati con un sound jazz che sembra nato insieme alle parole.

Emozionante l'esecuzione di 051/222525, il brano per il Telefono azzurro, un racconto straziante sui sogni strappati ad un figlio maltrattato di cui incontra casualmente lo sguardo ad un semaforo, e che nel titolo riporta il numero telefonico, una scelta per portarlo alla memoria dei bambini che, ahimè, ne avessero avuto bisogno, un gesto solidale nato molto prima dei social e del numero verde dedicato, era il 1988.

E a proposito di bambini, Concato ringrazia i genitori che ne hanno portati tanti al concerto e si sbilancia: "Da uno studio condotto dagli americani è ormai appurato che per i ragazzi tra 4 e 13 anni assistere ad un concerto di Concato fa bene all'intelligenza" e via per tutto lo spettacolo, con una serie di battute e aneddoti che ne illustrano perfettametne la dimensione ironica milanese che è insita in lui.

Il palco poi è un optional, lo lascia spesso, si avvicina ai cellulari che lo riprendono, conquista sedie degli spettatori, canta seduto tra il pubblico fingendosi un semplice fan, e poi si butta verso l'arena, stupendo e coinvolgendo con lo spirito di un bambino. C'è anche chi balla a tempo di musica o gli lancia baci dall'alto: lui segue tutto, e ricambia, con gli occhi che gli brillano, segnale inequivocabile di una serata magica per tutti.

Il gioco con il pubblico è una tradizione dei suoi concerti, specie quando annuncia un brano che ha provato a mandare a Baglioni l'anno scorso per Sanremo, con scarso successo: partono le note di Domenica Bestiale, hit del 1982, tratto dall'album che porta il suo nome, il quarto, e diventato anche colonna sonora del film Vado a vivere da solo. Le risate dimostrano che a Viterbo non c'è cascato nessuno, impossibile non conoscerla: "Peccato che in un paio di città qualcuno si è avvicinato e mi ha detto... ma che strano, come mai a Baglioni non è piaciuta?" sottolinea Concato.

E non finisce qui, perché nel "terzo tempo", quello del dibattito, e siamo ancora nella sua straordinaria ironia, c'è anche tempo per ricordare i suoi grandi successi, come "Quinto piano", cone fu chiamato in un articolo del Corriere della sera, "Gabbiano di Maggio", "Ti rimembro ancora" o "Rosalinda". Per fortuna Viterbo c'è e canta a squarciagola senza sbagliare una parola.

Al termine Giancarlo Necciari e Vaniel Maestosi tornano sul palco per ringraziare Concato dello spettacolo, ricordare gli sponsor e anticipare nuovi appuntamenti invernali che verrano, prima di far lasciare un saluto dall'assessore De Carolis, che sottolinea la fine dell'estate viterbese ma l'inizio del cartellone di Santa Rosa, con il concerto di Cristicchi il 5 settembre.

Il pubblico lascia la piazza con una convinzione: la musica di Concato scaccia davvero le nuvole.

Teresa Pierini