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Dialoghi a Sutri: una meraviglia senza tempo che fa "parlare" passato e presente

SUTRI - Inaugurata la seconda stagione di Palazzo Doebbing, che ieri, 25 aprile, ha aperto le porte ai visitatori mostrando un insieme di arte sacra e profana, eterogenea e di grandissimo valore, con alcuni nomi eccellenti, quali Tiziano, Guttuso e Ligabue, che saranno associati nel tempo in incontri con altri artisti contemporanei scelti da Sgarbi per la mostra.

Una giornata di festa particolare, che ha visto numerosissimi turisti presenti nella cittadina amministrata dal critico, in tanti, poi, di passaggio a Palazzo Doebbing, per ammirare la mostra. "Apriamo l’esposizione nel giorno della Liberazione - ha precisato il primo cittadino accogliendo gli ospiti - che, sul piano simbolico, può significare un riferimento alla libertà dell’idea e dell’arte. La novità di Dialoghi a Sutri, oltre all’ipotesi dei dialoghi tra artisti, che ciascuno può immaginare visitandola, e quelli che organizzeremo, è la definizione del museo di arte sacra, ormai stabile, con le prime tre sale a disposizione della diocesi con alcune sue opere”, ha concluso complimentandosi con Daniela Porro, direttrice del Museo Nazionale Romano (Palazzo Altemps), il cui supporto è stato fondamentale per il prestito di alcune opere, che nell'intervento ha condiviso contaminazione tra arte antica e moderna, unico modo di mantenere vivo il fuoco dell’arte.

Per uno Sgarbi stranamente tranquillo e serafico, l'alter ego è toccato al professor Emanuele Emanuele che ha stigmatizzato le recenti notizie di cronaca, con le minacce e gli atti contro il sindaco, annunciando di aver sporto querela: "Se un giorno si dovesse arrivare ad una condanna con risarcimento economico, che ho chiesto, anticipo già da ora che la cifra andrà ai poveri di Sutri. Per questo invito Vittorio e tutti gli altri a fare come me, non passiamogliela liscia - ha sottolienato, passando poi alla bellezza della giornata -. E' vero, siamo due personaggi non facili, ma con il piattume che c'è in giro, almeno noi lasciamo traccia. Accadrà con questa mostra come è accaduto alla Biennale, per tanti ritenuta incomprensibile nonostante consentì all'Italia di mostrare la meraviglia di tanti artisti.

Sono cittadino di Sutri da 35 anni e posso dire che qui non veniva mai nessuno, un eremo dove non c'era attenzione al nulla se non cosa mangiare la sera. Sempre da 35 anni conosco Vittorio e insieme abbiamo fatto si che l'Italia si sia arricchita. Sono il primo suo sostenitore anche opponendomi con forza a chi lo ha osteggiato in modo anonimo. Entrambi siamo convinti che il Paese non ha futuro e con un'imprenditoria che si è insediata in Lussemburgo, non si arriva da nessuna parte, mentre i piccoli sono soffocati dalla burocrazia. Qui è diverso, abbiamo entrambi la convinzione che l'arte non abbia tempo... e Sgarbi fa coesistere arte sacra e contemporanea. Lo dico ai cittadini, questa avventura amministrativa deve essere confermata per acclamazione per i prossimi 20 anni, un percorso che per quanto mi riguarda può non finire mai" conclude dichiarando, di fatto, amore artistico eterno.

Le ultime parole sono del vescovo della Diocesi, Romano Rossi, che ha proseguito nella condivisione del progetto: "Sensibilizzare le persone alla bellezza e all'accoglienza è importante, qui c'è cultura e bellezza e penso al vescovo Doebbing, l'uomo alla cui sensibilità artistica si deve questo luogo, avrebbe detto che l'arte sacra serviva a dare risposte, menre oggi l'arte deve saper fare domande ed evitare la chiusura tra i fondamentalismi. Dall'arte si capisce il bisogno e l'attesa dell'uomo. La benedizione che impartisco è questa ... che sia fecondo l'incontro con questo luogo e le sue bellezze", conclude, ottenendo i complimenti di Sgarbi per aver citato il vescovo, grande mecenate.

Dopo le parole uno sguardo alle prime sale, con il sindaco che si adopera nel togliere le sedie servite alla conferenza inaugurale, lasciando spazio ai numerosi visitatori, e poi all'esterno dove Luca Seccafieno, alla tromba, e Fabrizio Viti, al piano, attendono per donare un momento musicale alla cerimonia.

Sgarbi non si risparmia, firma i cataloghi, scherza con i musicisti, si offre persino come "gira spartito", e saluta gli ospiti, tra questi lo sculture Roberto Joppolo.

Poi si rientra per ammirare la mostra, composta da alcune vere perle: “Estasi di San Francesco” di Tiziano, “L’Immacolata” di Scipione Pulzone, “La charmeuse de serpents” di Henri Rousseau, “Dipinti” di Antonio Ligabue, “Opere della collezione Lino Mezzacane” di Renato Guttuso, “Autoritratti” di Fausto Pirandello, grandi opere che si fondono perfettamente con l'arte contemporanea che funge da traide-union del tempo, che come ha detto il professore Emanuele, non esiste. Girando tra le sale si ammirano altre personali: "Ritratti” di Ottone Rosai, “Disegni e pastelli” di Francis Bacon, “Angelo nero” di Ernesto Lamagna, “Passaggio a Sutri” di Luca Crocicchi (la sala dove si è svolta la conferenza inaugurale) e “A chent’annos” di Carlos Solito.

Teresa Pierini