CORCHIANO - Dieci anni di assenza per un importante e piacevole ritorno: Corchiano è tornato a celebrare l'arte attraverso il premio Fescennino, ideato dal maestro Piovani con l'allora sindaco Battisti. Ieri sera il ritorno dopo anni con il recupero della tradizione con la sedicesima edizione che ha visto l'omaggio a Gabriella Ferri, che visse li i suoi ultimi anni sereni, e il maestro Pier Francesco Pingitore, che ha ricevuto il premio.
La serata è stata inserita per la prima volta nei festeggiamenti patronali, come voluto dalla locale Pro Loco e dall'associaizone Ics, ed è stata presentata da Fancesca Achilli, che ha subito ricordato la dedica a Gabriella Ferri, che fu anche concittadina e tra le prime donne a scrivere brani.
Il saluto alla grande Gabriella attraveso il ricordo del figlio Seva Borzak, invitato sul palco insieme al sindaco Gianfranco Piergentili per ricevere una targa ricordo che, ha precisato: "Farà felice mamma in cielo" ricordando che cura personalmente il gruppo social https://www.facebook.com/groups/gabriellaferri con lo scopo preciso di pubblicare video e ricordi per far conoscere e tramandare l'arte di Gabriella. "Mamma era una persona fuori dalla norma - ha concluso - ma come madre era diversa, una donna che ha amato molto me e Roma. Poi è stata adottata da Corchiano, dove ha vissuto tre anni, trovando la pace che non trovava più nella sua città".
Parole che sembravano poesie, quelle della cantante romana, declamate anche dal comico Federico Perrotta, che ha scelto di presentarsi in modo serio e intenso leggendo il testo di "Grazie alla vita" (di Violeta Parra) "Parole che fanno guardare al passato, facendo fare la somma tra i momenti brutti e quelli belli" ha sottolineato.
E' giunto così il momento di consegnare il Fescennino d'oro, riconoscimento assegnato a chi ha sviluppato radici culturali e tradizioni della comunità corchianese. L'edizione 2023 dedicata a Gabriella Ferri non poteva che andare all'artista che la scoprì, il maestro Pier Francesco Pingitore, a cui è stata consegnata una targa e un quadro del maestro Augusto Barberini, che rappresenta la rupe di Corchiano.
Ghiotta l'occasione di avere un tale artista sul palco, è quindi iniziata una sorta di intervista racconto, partita dal Bagaglino, lo spettacolo ideato dal maestro insieme a Castellacci nello storico Salone Margherita, diventato un grande successo televisivo prima Rai e poi Mediaset. "Il Bagaglino era un'oasi di libertà - ha precisato - dove abbiamo messo in scena qualsiasi cosa volevamo fare, senza censure o imposizioni. Non sono mai stato costretto a fare qualcosa. Mi chiedete se tornerà? Vedremo". Intanto il maestro sta pensando di girare un film che avrebbe dovuta avere come protagonisti Lionello ed Albertazzi, che dopo la loro scomparsa potrebbe essere interpretato da Martufello e chissà chi altro.
Pingitore ha poi raccontato degli inizi in una cantina romana, la stessa dove arrivò una giovanissima Gabriella, che riempiva di romanità tutta la parte dedicata alla musica, mentre nella prima si ironizzava su attualità e argomenti politici.
Pingitore protagonista anche del racconto di Federico Perrotta, che ha condiviso con il pubblico corchianese il suo provino in casa del maestro, arrivando direttamente da Chieti scalo: "Grande l'emozione che ho vissuto entrando nel suo 'museo' di ricordi e premi, come mi giravo facevo danni. Ero così agitato che mi fermava sempre, ad un certo punto mi fece sedere, e ruppi la sedia, che era una 'ribaltina' del '700. Forse fu la chiave, perché mi disse che mi avrebbe preso, altrimenti non avrei avuto i soldi per pagargli i danni. Fu così che mi trovai ad imitare la Clerici, alto un metro e novanta, tutto vestito di tulle, sul palco del Bagaglino. Qualche anno dopo mi regalò quella sedia, tanto era rotta".
Risate e ancora emozione, con il ricordo di "Er cortelluccio", altro brano di Gabriella Ferri, che fece la musica sul testo scritto da Pingitore: "Un brano fatto di romanità autentica - ha precisato il regista ed autore prima di salutare il palco - anche di ferocia ma soprattutto onore, qualcosa che ormai è andato perduto".
Parole appaluditissime, seguite da altrettanto apprezzate note, quelle donate da Manuela Villa, accompagnata in acustico anche dal fratello Claudio alla tastiera, che ha fatto arrivare fino in cielo le note più amate di Gabriella Ferri, dai brani più intimi e giovanili, fino a Er cortelluccio richiesto dal maestro, per arrivare a Dove sta Zazà, cantata in coro dal pubblico presente in piazza già dal pomeriggio per conquistare un posto.
La serata si è conclusa con i saluti del presidente del comitato, Michele Narduzzi, che ha ringraziato la comunità per l'ottima risposta ricevuta nell'organizzazione dei festeggiamenti, con il gradito ritorno del Fescennino d'oro.
Teresa Pierini e Anselmo Cianchi