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La potenza di Franck, la magia di Dvořák: tanti applausi per l'inaugurazione de I Bemolli sono blu

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VITERBO - I Bemolli sono blu è un festival curato nei minimi dettagli e, specie nell'inaugurazione, tende sempre a stupire con concerti dal forte impatto, talvolta spettacolare, come la pedana trasparente di qualche anno fa nella piscina alle Terme dei Papi, talvolta emotivo, come in questo 2022, quando la musica e un effetto speciale non programmato hanno lasciato gli spettatori senza parole.

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La "prima" di questa edizione si è svolta all'Auditorium Santa Maria in gradi, in una sorta di genellaggio con la stagione concertistica universitaria del prof. Ricci, presente al concerto.

Sul palco il maestro Sandro De Palma che ha aperto con un autore poco fruito negli appuntamenti musicali, ma straordinario, César Franck  (1822-1890).

Del compositore, organista e docente di musica belga ha scelto, in apertura, il Preludio, fuga e variazione per pianoforte, trasportando il pubblico in un viaggio romantico. Un avvio dal movimento soave per portare poi gli spettatori verso l'esecuzione del Quintetto in fa minore per pianoforte e archi, sempre con Sandro De Palma, pianoforte, e con quattro primi elementi dei Solisti Aquilani, Daniele Orlando e Federico Cardilli, violini, Gianluca Saggini, viola, Giulio Ferretti, violoncello.

E' lo stesso De Palma, sempre aperto al racconto didattico degli ascolti, valida conferma di chi già conosce la musica, indispensabili per chi non ha avuto modo di ascoltarla, a raccontare quanto avvenne alla prima esecuzione dell'opera, nel 1880. Allora al piano Camille Saint-Saëns, a cui Franck aveva dedicato lo spartito con la scritta: "Al mio buon amico". Durante l'esecuzione il pianista si mostra molto nervoso e, al completamento del pezzo, uscì dal palco lasciando la partitura aperta al pianoforte, un gesto che è stato interpretato come segno di disprezzo, sconsigliando addirittura di suonarlo. Le cronache dell'epoca parlano di una gelosia tra i due, una competizione per una musicista che Saint-Saëns colse dalla passionalità delle note, un dettaglio che colpì anche la moglie di Franck, e che gli creò non pochi problemi familiari.

Un preludio che ha incantato gli spettatori, che sono stati poi avvolti nel timbro e nella veemenza dei tre movimenti dell'opera, infinintamente passionale, con dissonanze e crescendo che arrivano con una forza davvero imponente, a tratti drammatica. Merito ovviamente del maestro De Palma e dell'ensemble da camera dei Solisti, che hanno anche affrontato un fuori programma unico: il temporale di ieri pomeriggio ha propotentemente fatto ingresso sul palco, causando il distacco della corrente.

L'opera, complessa e articolata, senza spartito è impossibile da eseguire, e ricordando episodi analoghi di più di un secolo fa, quando si salvava la serata attraverso le luce delle candele, sono bastate le torce di tre cellulari, gentilmente portati in scena da altrettanti spettatori, a dare la luce necessaria per non interrompere spettacolo e magia.

Qualche minuto nel buio più assoluto, con le uniche stelline di luce sul palco e il ritorno alla normalità, giusto il tempo di arrivare alla fine del secondo movimento.

Tanti gli applausi per i cinque musicisti, e una breve pausa, necessaria ad allestire il palco per l'orchestra d'archi dei Solisti Aquilani: diciassette elementi, violini, viole, violoncello, e un contrabbasso per l'opera Serenata per archi in mi maggiore op. 22 di Antonin Dvořák (1841-1904).

Applausi infiniti per tutti, al termine, speciali per Gianluca Saggini, viterbese, con famiglia al seguito tra il pubblico.

I Bemolli Blu - Viterbo in musica ha iniziato il viaggo della sesta edizione, fatto di romanticismo, passione e una qualità musicale di altissimo livello. Il festival prosegue fino al 12 novembre 2022, nella chiesa di San Silvestro, con gli eventi speciali alla Sala Frittelli di Palazzo del Gallo, Bagnaia, Chiesa abbaziale di San Martino al Cimino e alla Chiesa della Verità.

Per info sul cartellone www.associazioneclementi.org

Teresa Pierini