VITERBO - Inaugurata nella sala del Mezzanino la mostra "Sfingi, leoni e mani d'argento" al museo nazionale Etrusco Rocca Albornoz, che sarà visitabile fino al 15 giugno 2023.
Un allestimento che parte da Vulci per giungere a Francoforte e ora torna nella Tuscia legandosi al capoluogo, creando un filo conduttore tra l'archeologia della Soprintendenza e l'esposizione curata dalla Direzione Musei regionali. All'inaugurazione erano infatti presenti la direttrice della struttura viterbese, Sara De Angelis, il direttore regionale Musei del Lazio, Stefano Petrocchi, la soprintendente Archeologia Viterbo ed Etruria Meridionale, Margherita Eichberg, e Carlo Casi (Fondazione Vulci), curatore della mostra insieme alla direttrice De Angelis e a Simona Carosi (Soprintendenza Viterbo ed Etruria meridionale). In rappresentanza del comune l'assessore Floris e il questore di Viterbo, dichiaratamente in veste di appassionato di Etruschi.
E' la direttrice De Angelis a fare gil onori di casa: "Oggi torniamo alle mostre archeologiche, in un allestimento realizzato in collaborazione con la Soprintendenza. Grazie alle autorità presenti, alle associazioni, all'università e alla stampa. Sono davvero felice di poter fare questo grazie al fantastico personale di questa struttura".
Un nuovo incontro con la città anche per il direttore Petrocchi: "Siamo entusiasti di produrre cultura, questo è un museo fantastico, sicuramente sottostimato e ce ne rendiamo conto. È nel cuore di Viterbo e vogliamo che diventi davvero il centro della cultura. Siamo pronti a stringere rapporti con gli enti, che sono fondamentali per fare sentire questo luogo come quello di tutti. Grazie a Sara per la sua competenza e passione, che vogliamo restituire a tutti voi".
Musei del Lazio e Soprintendenza insieme, non solo per la mostra, come spiega Margherita Eichberg: "Bello vedere tanta gente valida insieme qui ad accogliere una mostra che ha avuto successo altrove e viene dal litorale. La Soprintendenza ha la sua sede viterbese ma non abbiamo i locali, e in attesa che sia pronto il borgo della cultura sono loro dei Musei del Lazio a concederci gli uffici per lavorare. Qui si celebra Vulci e il suo parco archelogico, che dagli anni '80 è nato da una sinergia tra enti per dare futuro, lavoro e valorizzare le scoperte, venute alla luce con la fondazione, che protegge e scava ancora".
La Fondazione Vulci, appunto, rappresentata dal direttore Carlo Casi, che ha portato un saluto ai presenti: "Grazie al museo che ospita i reperti delle nostre ricerche degli ultimi anni, che finalmente non sono solo oggeti a se stante ma rappresentano contesti e una Vulci che parla della sua storia. Presto riprenderemo gli scavi, grazie ai Comuni che ci autorizzano, con Canino che ha formalmente richiesto di entrare in fondazione".
La mostra impreziosisce il Mezzanino e l'intero Museo nazionale Etrusco Rocca Albornoz, e nelle sue teche presenta veri e propri ritratti di famiglie e stili di vita degli Etruschi di Vulci, tra cui i preziosi scarabei con fibula in oro di Poggio Mengarelli e le mani d'argento ritrovate nella necropoli dell'Osteria.
Teresa Pierini