VITERBO - Nei giorni 5 e 6 marzo si è tenuto ad Assisi un simposio dal titolo Cammini in cammino verso il Giubileo 2025, organizzato dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport della Conferenza Episcopale Italiana.
Erano presenti i rappresentanti di numerose associazioni di cammino e delle varie Vie di pellegrinaggio presenti sul territorio nazionale, ma anche diversi responsabili delle APT e delegati di alcune diocesi.
Il simposio è stato presieduto da don Gionatan De Marco, direttore Ufficio Nazionale Pastorale del Tempo libero, Sport e Turismo della CEI, che ha introdotto il tema "fare del cammino" un’esperienza giubilare.
Il simposio poi si è sviluppato in lavori di gruppo. Il rappresentante dell’Associazione amici della Via Francigena Viterbo, Vincenzo Mirto, in uno dei suoi interventi, ha evidenziato che la città di Viterbo è una città Francigena e che viene attraversata da migliaia di pellegrini che dal medioevo ad oggi si dirigono alla tomba dell’Apostolo Pietro e che in questi ultimi anni si sta facendo molto per dare ai pellegrini un’adeguata accoglienza e molto ancora si è programmato di fare.
Prima dell’inizio della pandemia, il flusso dei pellegrini era aumentato e sicuramente per i prossimi anni, in vista del Giubileo 2025, il numero di coloro che si dirigono a Roma, a piedi o in bici, si incrementerà ulteriormente.
A tale fine la parrocchia Santa Maria Nuova, di cui l’Associazione Amici della Via Francigena fa parte, e il suo parroco don Mario Brizi, hanno messo già in atto diversi progetti (settimana del pellegrino, mostra dei pellegrinaggi, conferenze, pubblicazioni) e stanno studiando nuove iniziative da proporre a pellegrini e a camminatori che in futuro percorreranno la Via Francigena, facendo tappa a Viterbo e che desiderano ammirare le sue antiche e nuove bellezze.
Durante i due giorni di incontro, sono stati trattati diversi argomenti in tema giubilare, tra i quali: comunità di accoglienza, formazione per coloro che accolgono i camminatori, l’impegno di numerose associazioni (laiche e religiose) che spesso agiscono basando la loro attività sul volontariato e costituiscono un patrimonio culturale e informativo a livello nazionale, varie forme di ospitalità, ma soprattutto valorizzare i vari cammini distinti per valenza spirituale, bellezza naturali, culturali e sociali.
Molti sono stati gli interventi di altri relatori e rappresentanti dei vari cammini italiani, alcuni dei quali hanno evidenziato una delle criticità maggiormente sentite dai pellegrini: lungo il percorso, e in particolare nel tratto laziale in prossimità della meta finale, mancano strutture pellegrine low cost e quelle commerciali presenti e disponibili all’accoglienza, spesso hanno un costo eccessivo per coloro il cui scopo del camminare non è finalizzato al turismo.
Il simposio assisano si è concluso con l’intervento del prof. Simone Bozzato docente all’università Roma 2 di ter Vergata, che ha trattato il tema Cammini di comunità, una comunità di cammini.
Tanto è stato detto e molto è stato fatto fin qui, ma molto ancora bisognerà fare e proporre per dare ai camminatori e pellegrini un’adeguata accoglienza per permettere loro di percorre le numerose vie della fede di cui la nostra Italia, dal nord al sud e anche le isole maggiori è piena.
Al termine, il direttore don Gionatan De Marco ha ringraziato gli intervenuti e tutti coloro che a qualsiasi titolo direttamente o indirettamente lavorano per contribuire a rendere i cammini di fede sempre più accessibili a tutti, esortando a continuare su questa strada per far riemergere i veri valori del camminare.
Il prossimo appuntamento si terrà nel mese di aprile a Roma.